Anno: Mutationem Recensione – Un anime cyberpunk da giocare

- Anno: Mutationem Recensione – Un anime cyberpunk da giocare
La prima cosa che ho pensato vedendo il trailer di Anno: Mutationem è stata: “Ma che figata è?”
I motivi di questo sono stati principalmente  due: l’aspetto grafico assolutamente fantastico, tutto pixel art e ambientazioni alla Ghost in The Shell/Akira, e il fatto che la trama sembrasse uno di quei casini complicatissimi che solo un giapponese si azzarderebbe a buttare in un videogioco. O un cinese in questo caso, visto che Anno: Mutationem è opera dello studio ThinkingStars con sede a Beijing.

Anno: Mutationem

Ann Flores, la tostissima protagonista del gioco.


Insomma, il trailer aveva fatto vibrare i miei sensi di otaku e devo dire che dopo averlo giocato posso affermare tranquillamente che nessuno che ami, sia gli anime, sia i videogames, potrà rimanere indifferente davanti a questo gioco.
Anno: Mutationem infatti è un Action-RPG confezionato in maniera da risultare il più appetibile possibile a  coloro che amano l’animazione giapponese. C’è tutto ciò che ci piace: combattimenti esagerati con nemici allucinanti, armi fighe, personaggi misteriosi, colpi di scena assurdi e drama alternato a relief comici più o meno riusciti.

Stile da vendere

Non parliamo dell’aspetto visivo: confezionato in uno stile che mescola sapientemente model 2D e ambienti in 3D, il gioco richiama ai classici della fantascienza cyberpunk ma sempre con una spruzzata di Sol Levante, che si nota soprattutto nella scelta dei colori e nel character design dei personaggi. A comporre le ambientazioni di Anno: Mutationem troviamo un riuscitissimo mix che spazia da freddi laboratori ipermoderni, a città brulicanti di vita, per passare a veri propri scenari postapocalittici. La varietà è davvero sorprendente, ma a colpire è la cura certosina con cui il team ha arricchito ogni scenario di una miriade di dettagli che donano carattere ad ogni singolo luogo che capita di visitare durante la trama. Quelli maggiormente indicativi di questa grande attenzione per i dettagli scenari cittadini, e soprattutto quelli di Skopp City: sono dovuto per forza andare in giro ad esplorare ogni singolo anfratto della città, solo per osservare le sue strade brulicanti di vita, con le facciate dei palazzi ricche di graffiti e cartelloni pubblicitari che rimandando alle scintillanti vetrine dei negozi con i loro prodotti high-tech in vendita, che si contrappongono ai vicoli stretti e sporchi dove figuri poco raccomandabili cercano di spacciare potenziamenti cibernetici in cambio di qualche soldo.


Anno: Mutationem

La cura per i particolari è visibile in ogni singola ambientazione.


Ho dovuto obbligatoriamente parlare con tutti i vari NPC sparsi in giro, alcuni troppo presi dalla loro quotidianità per dedicarvi più di qualche parola e altri invece disposti a conversare e talvolta perfino ad offrirvi degli incarichi.  Perché trattandosi di un Action-RPG non potevano certo non essere presenti degli incarichi secondari, alcuni veramente ben riusciti e tutti, come le missioni della trama principale, fedelmente ancorati nella tradizione cyberpunk, di cui vengono esplorati, seppur non in maniera approfondita, pure gli aspetti più tecno-mistici per così dire, con riferimenti a neo-religioni con le loro infide divinità cibernetiche e agli aspetti più onirici della realtà virtuale.


Il combattimento all’inizio è alquanto basilare, ma man mano si arricchisce grazie ai talenti di Ann e alle varie mod delle armi.


L’atmosfera cyberpunk è quindi molto ben restituita in Anno e ne è pregno ogni aspetto del gioco, dai menù, alla trama, fino al combattimento, con la nostra protagonista Ann Flores, che può far affidamento su un numero di armi limitato, ma estremamente high-tech, che possono essere moddate in svariati modi fino a farle diventare praticamente un’arma diversa da quella di partenza, con tanto di set di mosse esclusive.
Non manca ovviamente un albero delle abilità, che non risulta complesso da completare a patto di affrontare ogni combattimento del gioco (compresi quelli facoltativi), e un albero di potenziamenti delle stat di base di Ann come fortuna e quantità di HP. A livello di meccaniche insomma c’è tutto quello che si potrebbe volere da un RPG e va detto che funziona anche piuttosto bene. L’unico appunto che mi sento di fare è che forse si sarebbe potuto osare con qualche meccanica strana in grado di dare un po’ più di personalità al gameplay. Spunti per introdurne a livello  di trama ce n’erano, eccome se ce n’erano, ma forse non c’era la voglia o la capacità di farlo.

No time to explain

E dopo essermi aperto la strada con l’amara conclusione del precedente paragrafo, vado ora a toccare un  tasto dolente, il vero neo di Anno: Mutationem, che altrimenti sarebbe stato davvero un ottimo titolo: la trama.
Come ho detto a inizio review è palese che il materiale che ha ispirato ThinkingStars siano gli anime e i manga. Impossibile non notare ad esempio i richiami ad Evangelion e al già citato Ghost in the Shell. Il ritmo e la struttura della storia di Ann, ricorda molto quella di uno shonen e pertanto la trama procede a ritmo serratissimo con l’introduzione di nuove situazioni e personaggi capaci di stuzzicare continuamente la curiosità di chi gioca.

La trama abbonda di stereotipi presi dal mondo dei manga/anime. La cosa non sarebbe neanche un male, se solo ci fosse una trama degna di questo nome.


Il problema è che la sceneggiatura di Anno non ha mantenuto solo i pregi di questa categoria di manga, ma purtroppo anche i suoi peggiori difetti. Ecco dunque che quei personaggi che parevano un sacco interessanti vengono mostrati e poi messi in secondo piano e mai più ripresi in mano, o che quell’argomento che pareva tanto importante all’inizio viene accantonato senza alcuna remora per far posto ad altre cose più “fiche”. C’è anche la maledetta sindrome dei dialoghi criptici che sembrano voler dir qualcosa di più, ma che poi anche si perdono nel vuoto siderale anche quelli, fagocitati nel marasma degli eventi che per forza di cose devono precipitare a folle velocità verso una conclusione spettacolare, ma che non riesce a colmare tutte le mancanze lasciate lungo il percorso.

Ogni tanto si trova pure qualche enigma. Ma pensate si legherà a modo alla trama? Eh…

E la cosa mi fa davvero imbestialire! Perché di ciccia per metter in piedi qualcosa di veramente bello, non di innovativo attenzione, quello sicuramente no, ma almeno un qualcosa con un senso, c’era, eccome se c’era. Così invece rimane tanto fascino, ma poco sostanza.
Due parole sull’audio: Anno: Mutationem è disponibile con doppiaggio cinese, inglese e giapponese. Ho provato gli ultimi due e posso dire che lo stile adottato ricorda ancora una volta gli anime e ne ricalca alcuni stereotipi, ma indubbiamente si tratta di entrambi ottimi lavori. Gli effetti di armi, esplosioni e via dicendo invece non lasciano il segno e risultano fin troppo anonimi.
Recensione
  • Valutazione Finale
    73Voto

    Sono davvero combattuto nel dare il voto che vedete qui sotto ad Anno: Mutationem, perché gli avrei voluto dare molto di più. Il lato tecnico e artistico di questo gioco ha ben pochi difetti e mostra che dietro c'è stato un lavoro di vera passione, ma purtroppo non può da solo compensare la presenza di un comparto narrativo decisamente lacunoso. Quello che gli è mancato è una buona scrittura che potesse valorizzare a pieno tutti quegli elementi di trama che vengono lanciati in una storia che prometteva benissimo, ma che purtroppo, non decolla mai. Per alcuni forse il mio sarà un voto anche fin troppo alto visto che è di un RPG alla fine che stiamo parlando, ma il mio animo weebo, mi impedisce di disprezzare completamente la storia, anche con i suoi problemi. Se però non siete degli appassionati di anime levate pure 10 punti al voto e valutate voi se un bell'aspetto, vale più di un buon contenuto. (Sinceramente spero in un sequel che sistemi la trama ingarbugliata.)

    • Grafica
      90
    • Sonoro
      70
    • Giocabilità
      80
    • Carisma
      80
    • Trama
      50
- Scheda
- Copertina
Copertina
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