Come spesso succede in questo genere di giochi, non manca l’elemento casualità che renderà alcune partite molto più semplici di altre. Trovare un incantesimo potente e migliorarlo sapientemente è la chiave per superare in agilità anche i boss che sembravano intoccabili. Prima di affrontare i guardiani delle costellazioni (non so più come chiamarli) dovremo superare una serie di mini livelli, spesso di poche schermate. Alcuni saranno incentrati sul combattimento in piccole arene, altri sulle fasi platform (tutte piuttosto semplici) o sull’esplorazione e avranno ricompense specifiche. Non mancheranno negozi ed aree speciali di vario genere. Alla fine di ogni livello potremo scegliere il percorso che preferiamo tra più opzioni, con tanto di indicazione del livello di difficoltà e dei premi che riceveremo. Arrivare al boss non sarà, così, una sfida proibitiva perché potremo decidere di seguire una strada più semplice.
Così facendo rischieremo, però, di giungere impreparati allo scontro e di ricevere pochi vantaggi in caso di sconfitta. Insomma, in Astral Ascent toccherà a noi approntare la giusta strategia per proseguire e la cosa funziona sicuramente bene sin dalle prime partite. Dopo tutta questa introduzione mi sono reso conto che non ho minimamente parlato del gameplay. Beh poco male, rimediamo subito.
Il braccio violento dello zodiaco
In Astral Ascent si salta e si combatte, con l’enfasi rivolta maggiormente sulla seconda azione. I livelli sono mediamente di piccole dimensioni, pieni di nemici che non vedono l’ora di farsi prendere a mazzate nei denti. Il nostro personaggio è discretamente agile, può effettuare doppi salti e schivate che lo rendono invulnerabile, ma, sopratutto, picchia come un fabbro.
Oltre agli attacchi base di tipo fisico, avremo la possibilità di lanciare incantesimi di vario genere (ovviamente da raccogliere nei vari livelli e potenziare in mille modi) che necessitano di mana per essere eseguiti. E come si raccoglie il mana? Menando (anzi, manando…. scusate non lo faccio più…) a destra e manca i vari nemici. I combattimenti risultano così una costante alternanza tra attacchi fisici, incantesimi e nuovamente attacchi fisici per ripristinare il mana. Il sistema funziona piuttosto bene e i controlli risultano rispondenti e semplici il giusto per poter essere imparati in tempo zero. C’è da dire che ho notato come progredendo lungo l’avventura, il gioco premi maggiormente il personaggio uber livellato rispetto ad una fine strategia di combattimento. Giocare con attenzione premia sicuramente di più del bieco button mashing eppure negli scontri con i boss può avvenire anche il contrario.