Before We Leave Recensione – Planet builder su console

- Before We Leave Recensione – Planet builder su console

Il mondo come noi lo conosciamo deve affrontare una terribile catastrofe che può mettere a rischio la sopravvivenza dell’intero genere umano. Ed è qui che scendi in campo tu, prode video giocatore, che dovrai sconfiggere…

No scusate, come non detto.

Gli umani preferiscono trasferirsi nei loro rifugi sotterranei ed aspettare qualche centinaio di anni che il problema si risolva da solo.
Dopo aver trascorso intere generazioni senza la luce del sole ad accarezzarne la pelle e con gli occhi ormai abituati a scrutare nell’oscurità, finalmente gli uomini possono tornare in superficie.
Una volta fuori, però, una terribile sorpresa li attende, dovranno infatti vedersela con…

No, niente, come non detto di nuovo. La terra è perfettamente abitabile, non ci sono creature mostruose a popolarla e non ci siamo trasformati in uomini-talpa affamati di sangue.
Questo, però, non vuol dire che non ci sia proprio nulla da fare una volta fuori, eh!
I segni delle antiche civiltà sono quasi completamente scomparsi e toccherà proprio a noi, stavolta si, ricostruire tutto ma proprio tutto quello che serve per rendere la Terra nuovamente casa nostra. Ci troviamo di fronte, infatti, ad un bel simulatore vecchio stile, diretta evoluzione di quel Sim City che una trentina di anni fa già ci allietava con queste meccaniche, sapientemente incastonate in due bei floppy da 5.25 pollici (per intenderci, i floppy che floppavano davvero) . Saranno riusciti gli sviluppatori a rendere in qualche modo ancora interessante un gameplay super rodato e a trasportarlo su console senza farci sentire troppo orfani del buon vecchio mouseetastiera (tuttattaccato). Scopritelo in questa recensione, oppure attendete il voto finale al calduccio nei vostri rifugi sotterranei.

Quella foresta mettila un po’ più a destra.

Before We Leave si apre con un bel tutorial (opzionale, ma consigliatissimo) che ci introdurrà alle meccaniche di gioco passo dopo passo. Chiunque abbia già provato in precedenza uno dei vari SIM-qualcosa si sentirà subito a casa propria tanto è canonico e classico il gameplay. Sostanzialmente, si fanno le stesse cose a cui siamo abituati ormai da anni, si costruiscono abitazioni, fabbriche, miniere, si sfruttano le varie fonti energetiche e si migliora la nostra conoscenza tecnologica esplorando il mondo, aprendoci così la strada a progetti sempre nuovi. Ogni costruzione dovrà essere collegata alle altre da una strada e questo ci costringerà, soprattutto all’inizio, a ragionare con attenzione su come sfruttare al meglio la conformazione delle varie isole per utilizzare nel modo più proficuo ogni singola casella esagonale. Per il resto, la formula segue la via del “per fare la casa ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole l’albero…” ed inevitabilmente, soprattutto all’inizio di una colonizzazione, seguiremo indicativamente la stessa progressione (casa, cibo, acqua, legno, biblioteca… e così via). Dopo qualche minuto passato a costruire strutture e a recuperare risorse, però, ci si scoprirà così sorprendentemente a proprio agio col sistema di controllo da dimenticare completamente di avere un pad in mano. È bene infatti mettere subito in evidenza quello che è il principale pregio di questa produzione. Ci troviamo di fronte a uno dei rari casi in cui l’utente console può godere di un genere prevalentemente appannaggio dei pc-isti senza dover scendere a particolari compromessi. Gli sviluppatori hanno adattato bene i comandi, sfruttando in modo intelligente i tasti del controller e facendoci navigare tra sotto menu mai troppo numerosi e sempre leggibili, rendendo, così, l’esperienza facile e piacevole anche su console. Certo, ci sono titoli con opzioni molto più numerose o con infinite variabili da tenere in considerazione.
Before We Leave non ambisce, chiaramente, ad essere il nuovo metro di paragone del genere, o il titolo che potrà impegnare i giocatori più scafati, ma non per questo è un gioco povero o semplicistico. Se, infatti, concede qualcosa dal punto di vista delle possibili opzioni di costruzione (almeno nelle prime ore) c’è da dire che recupera ampiamente terreno sotto il profilo dell’esplorazione e del senso di avventura. Ci troviamo di fronte ad un gestionale che ci richiede costantemente di creare nuove colonie, spostare il nostro centro di attenzione sempre un po’ più lontano fino a conquistare il mondo intero e addirittura spingersi oltre.
È forse sotto questo profilo che Before We Leave brilla davvero.

4x meno x

Ad una prima occhiata sembra di trovarsi di fronte ad un classico esponente del genere 4x, dove le x stanno per eXplore, eXpand, eXploit ed eXterminate.
In realtà, dopo le fasi iniziali, l’impressione che man mano viene a consolidarsi e che Before We Leave si sia completamente dimenticato dell’ultima X, quella relativa agli scontri con civiltà e avamposti nemici. Il nostro pianeta natale è un luogo tutto sommato accogliente e che riserva ben poche brutte sorprese, lasciandoci liberi di ricostruire la civiltà prendendocela relativamente comoda.
Si fa così strada una quarta X alternativa, quella di relaX. Il giocatore anche alle prime armi potrà trovare il tempo di impratichirsi con i comandi e le opzioni ed eventuali errori di pianificazione potranno essere corretti senza l’assillo di dover per forza fare le cose velocemente. Se questo, inevitabilmente, consente proprio a tutti di prendere le misure col titolo, dall’altro lato rischia di allontanare gli esperti del genere che potrebbero trovare la sfida iniziale sin troppo semplice.
In realtà, ben presto i confini della nostra piccola isola ci risulteranno sin troppo stretti e la costruzione di una provvidenziale nave esploratrice ci consentirà di vagare per il mondo di gioco e scoprire nuovi territori. Man mano che ci inoltreremo in lande inesplorate, faremo la graduale conoscenza di tutta una serie di difficoltà aggiuntive, climatiche e di reperibilità di risorse.
Ad ogni nuova scoperta, però, si amplierà anche il ventaglio delle nostre possibilità di edificazione, rendendo l’esplorazione non una scelta ma una necessità.
Non passerà poi molto prima che la nostra ambizione ci spinga a viaggi ancor più avventurosi, fino agli altri pianeti del nostro sistema. Realizzare finalmente una rampa di lancio e partire per un nuovo mondo è un’esperienza di assoluta gratificazione. Quello che, però, troveremo nella nostra nuova casa potrebbe non essere sempre una bella sorpresa…
Come avrete capito, il gioco spinge l’utente a migliorare sempre più le sue comunità per consentirgli di spingersi ogni volta un po’ più lontano, premiandolo con diverse aggiunte e invitandolo così a proseguire ancora nel suo lunghissimo viaggio. La progressione della nostra avventura è perfettamente scandita e anche se all’inizio la campagna sembrerà un enorme sandbox privo di una vero obiettivo, presto capiremo come tutta la nostra epopea sia un unico lunghissimo viaggio verso l’ignoto. Continuare ad elencare le possibilità che si presenteranno di fronte a noi significa togliere la sorpresa e il piacere della scoperta, quello che si può dire è che la difficoltà del titolo progredirà man mano che ci allontaneremo da casa. In questo modo, il grado di sfida si manterrà sempre accessibile e mai frustrante e la noia faticherà a far capolino se non dopo diverse ore.

Questo non è un pianeta perfetto

Before We Leave ha sicuramente tanti pregi e frecce al proprio arco, ma anche qualche difetto che gli impedisce di raggiungere l’assoluta eccellenza.
Tecnicamente il gioco si difende abbastanza bene, pur non brillando per particolari soluzioni sceniche o effetti speciali. La mappa e le nostre costruzioni sono ben leggibili e chiare ma la telecamera appare eccessivamente rigida e in qualche caso limitante, coprendoci in sporadici casi la piena visuale. Per il resto, siamo oltre la sufficienza ma lontani dalle vette di altri prodotti più blasonati (gli abitanti, in particolare, sembrano tante piccole matrioske saltellanti). Il sonoro non sarebbe neppure tanto male, con i classici brani che ripetuti in loop penetrano lentamente nel nostro cervello fino a venire imparati a memoria e canticchiati a console spenta. In diverse occasioni, però, la musica sparisce completamente lasciando spazio ad un silenzio irreale e a qualche sparuto effetto sonoro. Non troppo fastidioso ma sufficiente a spezzare l’immersione, confidiamo nella provvidenziale patch. La longevità è garantita da una lunga campagna-noncampagna che ci lascerà liberi di viaggiare come vogliamo e da alcuni scenari aggiuntivi molto più difficili, per allietare anche gli espertoni del genere. La principale problematica del gioco è, comunque, quella di essere un prodotto inevitabilmente già visto nelle sue meccaniche. Su console gli appassionati hanno purtroppo pochissima scelta e, fatto salvo Stellaris e poco altro, non sempre neppure ben ottimizzata per il pad. Perciò, l’arrivo di un titolo di questo genere, ben rifinito e tutto sommato completo, è sicuramente una bella notizia. Chi gioca principalmente su pc, invece, avrà sicuramente già giocato tante esperienze simili e potrebbe non avere sufficienti stimoli per affrontare un’avventura che, inizialmente, pone l’asticella della sfida piuttosto in basso.

Le costruzioni iniziali, i tipi di risorse e le variabili da tenere sott’occhio sono in prima battuta piuttosto limitate così come semplificate appaiono alcune meccaniche quali il commercio.
Insomma, inutile girarci intorno, su PC potrete trovare prodotti ben più ricchi di attività da svolgere in contemporanea e sottomenu da aprire. La mancanza di tante opzioni, quali la pianificazione politica e la strategia bellica, unita a una certa semplificazione della gestione dei nostri abitanti (che tutto sommato anche se infelici ci creeranno pochi problemi) potrebbero far storcere il naso a qualcuno. Promuovere il gioco esclusivamente per l’assenza di una reale concorrenza sarebbe, però, fin troppo ingiusto. Chi avrà la pazienza di scalfire la superficie della storia e avventurarsi un po’ oltre l’orizzonte troverà, comunque, anche la sfida e la varietà che cercava. Certamente ci troviamo di fronte a un gioco in grado di colpire maggiormente l’interesse degli utenti Xbox che non di quelli PC abituati a una pletora di possibili alternative. L’inclusione nel Game Pass e il prezzo comunque contenuto sono ulteriori punti di forza che potrebbero convincere anche qualche scettico o neofita a provare un genere nuovo. Chiudo la lista delle caratteristiche con un cenno alla localizzazione: tutti i testi sono tradotti in un buon italiano e i caratteri sono di dimensioni tali da risultare ben leggibili anche sul televisore di casa (per noi uomini-talpa un elemento da non sottovalutare). È arrivato il momento del verdetto, potete uscire dai vostri rifugi.

Recensione
  • Valutazione Finale
    77Voto

    Before we leave su Xbox è un'occasione più unica che rara per tutti quelli che vogliono cimentarsi per la prima volta su console con un 4x semplice da imparare e comodo da padroneggiare. Chi già mastica il genere da po' di tempo - e magari gioca su PC - potrebbe trovare il ritmo troppo compassato e la quantità di opzioni non così elevata, e ripiegare su alternative migliori. L'esplorazione di un intero universo ha comunque sempre il suo fascino e chi avrà la pazienza di superare le prime ore introduttive potrà trovare un titolo competente e divertente, pur con tutti i piccoli limiti già evidenziati.

    • Grafica
      78
    • Sonoro
      66
    • Giocabilità
      83
    • Carisma
      78
    • Longevità
      80
- Scheda
- Copertina
Copertina
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