Ultimamente i videogiochi sembrano avere una data di scadenza ravvicinata, come il latte fresco. Già dopo poche settimane dall’uscita un titolo viene etichettato come vecchio e perde rapidamente l’interesse del pubblico, ormai proiettato a future release. Può capitare, così, che prodotti anche interessanti non riescano a ritagliarsi il giusto spazio, perché condannati da una finestra di lancio poco felice o dall’abbondanza di concorrenti. Biomutant è arrivato su pc e console ormai più di un anno fa e parlarne ora può sembrare, per questi motivi, piuttosto strano. Eppure, Thq Nordic ci fornisce proprio oggi il pretesto perfetto per (ri)mettere le mani su un gioco passato forse un po’ troppo in sordina: una patch next gen che, di fatto, dona al titolo una nuova, inaspettata, vitalità sul mercato. È l’occasione giusta per accendere le nostre Series X (o Playstation 5) e avventurarci nel mondo distopico di questo peculiare action Rpg.
Non prima, però, di essere passati dal solito, inevitabile, editor del personaggio, qui presente col 100% di pelliccia in più. Nel mondo di Biomutant impersoniamo un animale antropomorfo senza nome e dai ricordi offuscati, accompagnato da un Automata dalle sembianze di un grillo che ci seguirà per tutta l’avventura, facendo da instancabile voce narrante. Sin dalle prime battute, possiamo apprezzare una certa profondità del gioco che, già nell’editor, ci presenta diverse classi e parametri da tenere in considerazione per creare la nostra bestia da combattimento perfetta. Il risultato sarà, con grande probabilità, un mix tra un furetto e un panda rosso, tanto piccolo quanto letale. In compagnia del nostro protagonista dovremo, così, esplorare l’enorme mappa di gioco seguendo una trama tutto sommato originale e interessante.
Degli uomini ormai non c’è più traccia
Le premesse narrative di Biomutant sono sicuramente interessanti: dopo una terribile crisi energetica, conclusasi col più classico dei disastri ecologici, gli uomini sono ormai solo un ricordo lontano e il mondo è popolato esclusivamente da animali. Animali antropomorfi geneticamente mutati, per l’esattezza. Noi impersoniamo uno di questi sopravvissuti nel mondo che una volta era anche nostro, in una lunga avventura per riunire (o distruggere) le varie tribù animali che si sono divise il pianeta, sconfiggere i cattivi di turno e riportare un equilibrio nel creato. La storia ci accompagna passo passo mentre esploriamo la grande mappa di gioco e ci imbattiamo in quel che resta della civiltà umana: vecchi elettrodomestici, negozi abbandonati, fabbriche semi distrutte, ferrovie…
Il mondo di Biomutant ha sicuramente molto da dire al giocatore, grazie a tantissime piccole chicche nascoste, indizi, oggetti da recuperare e segni del passato da decifrare sotto una lente “animale”. In questo modo, anche il rinvenimento di un forno a microonde può diventare una scoperta archeologica da studiare, magari lasciandosi andare anche a qualche bizzarra teoria sul suo funzionamento. Tutta la storia è costellata di momenti leggeri in cui il protagonista e i vari comprimari cercano di raccogliere l’eredità degli uomini, scimmiottando la nostra società in maniera sicuramente riuscita e divertente. Non mancano momenti più seri e svolte drammatiche, ma, complessivamente, il tono dell’avventura rimane più sullo scanzonato andante.
Sei più action o più Rpg?
Per quanto riguarda le meccaniche di gioco, si può dire che Biomutant butta veramente tantissima carne sul fuoco, presentandosi come un action-Rpg sufficientemente profondo e variegato, tanto da non sfigurare troppo neppure dinanzi ai big del settore. Le possibilità di personalizzazione si sprecano, coinvolgendo non solo le nostre statistiche e abilità ma anche armi, vestiti, cavalcature e mezzi di trasporto, tutti da potenziare raccogliendo pezzi in giro per il mondo. Ad ogni passaggio di livello potremo spendere, poi, punti di vario genere, sbloccando abilità, mosse, mutazioni genetiche, resistenze fisiche e altro ancora. Non manca, persino, un sistema di scelte morali che influenzerà il nostro allineamento e lo sviluppo della storia, dando vita anche a qualche simpatico siparietto tra la nostra coscienza buona e il nostro lato più malvagio. Tutto quel che riguarda l’aspetto più prettamente ruolistico funziona, quindi, alla grande, risultando sufficientemente profondo ma non troppo astruso e spingendoci ad affrontare anche le missioni opzionali, per migliorare sempre più il personaggio e le sue caratteristiche. Venendo invece al sistema di combattimento e all’esplorazione le cose cambiano un po’. Biomutant propone scontri action con i nemici, permettendoci di usare armi bianche e a lungo raggio, poteri speciali e mosse finali per infliggere danni maggiori, schivate, combo e tutto il repertorio del genere.
Le opzioni non sono certamente poche e il sistema di controllo funziona anche discretamente bene, restituendo una buona fisicità nei colpi. Il problema è che gli scontri risultano piuttosto basilari nelle meccaniche e presto ci spingeranno a utilizzare sempre le stesse tattiche per uscirne vincitori. Non si tratta tanto di un basso livello di difficoltà quanto della poca necessità di fare ricorso a tutto il repertorio a nostra disposizione, che presto prevederà mosse ed opzioni che non utilizzeremo praticamente mai. Un discorso similare, invero, può essere riferito anche alla parte ruolistica, in quanto la curva di difficoltà piuttosto dolce non ci impone, necessariamente, di potenziarci alla prima occasione, permettendoci di prendercela più comoda e seguire il nostro ritmo di gioco. Migliorare armi ed equipaggiamento è divertente, così come sbloccare nuove abilità ma, giunti ad un certo punto dell’avventura, l’impressione è che si possa avanzare anche trascurando parte di queste meccaniche. Il suggerimento per i giocatori più esigenti è, quindi, quello di partire immediatamente con un livello di difficoltà più alto del normale. Per tutti gli altri, invece, l’esplorazione e il potenziamento del personaggio saranno più una opzione che una necessità ma, vista comunque la cura riposta dagli sviluppatori nella creazione del mondo di gioco e l’umorismo della storia, molti potrebbero comunque trovare queste attività particolarmente interessanti. Personalmente, ho affrontato le missioni opzionali e le fasi di esplorazione più per il giusto di cercare le tracce del “tempo che fu” nel mondo di gioco e per il carisma di alcuni personaggi. Quali che siano, comunque, le motivazioni, perdersi nella mappa di Biomutant regala attività e sorprese in buon numero e chi ama l’esplorazione non mancherà di rimanere piacevolmente sorpreso dalle scelte di design di alcuni biomi. Un unico appunto va alla mappa che risulta un filo troppo rigida nella scelta delle destinazioni e con un livello di zoom insufficiente. Presto ci si farà l’abitudine ma all’inizio orientarsi non è così intuitivo come potrebbe sembrare. A spezzare la monotonia tra un combattimento e la ricerca di un potenziamento possiamo trovare anche qualche semplice enigma a base di pulsanti da premere e interruttori da girare allineando i giusti colori. Niente di troppo complesso o originale ma prova, comunque, della volontà del team di regalare agli utenti un’esperienza il più varia possibile.
Smettila di blaterare una buona volta!
Arriviamo ora al lato tecnico, forse il più interessante visto che stiamo, comunque, parlando di un gioco già uscito e riproposto in versione next gen. Partiamo dai lati positivi : Biomutant regala buoni scorci e un discreto colpo d’occhio, con colori mediamente vivaci e personaggi piacevoli, rappresentati con uno stile caricaturale appena accennato. Il frame rate rimane praticamente sempre stabile, anche nei momenti più concitati, e i caricamenti sono quasi inesistenti, limitandosi al viaggio rapido e al respawn. Si tratta, comunque, di attese davvero minime che fanno buon uso del ssd delle nuove console. Arriviamo, invece, a quello che convince meno: ci troviamo di fronte ad un titolo sviluppato da un piccolo team, con un budget sicuramente non da tripla A. Per questo, diverse imperfezioni come compenetrazioni, telecamera non sempre centrata a dovere e un po’ di approssimazione nelle collisioni sono limiti che dobbiamo accettare. Meno piacevole uno strano effetto che si presenta ogni qual volta passeremo da una zona luminosa ad una buia, con un certo lasso di tempo in cui l’immagine sarà ben poco definita, prima di illuminare la scena con la nostra torcia da viaggio. Voluto o meno, non è sicuramente piacevole e forse costituisce una delle sbavature visive più grandi. Per il resto, tenuto conto del complesso, al netto di qualche ambiente riciclato, ci troviamo di fronte ad un open world visivamente più che sufficiente, vario nei biomi e ricco di angoli nascosti da scoprire. Per quanto riguarda il sonoro, c’è da dire che tutto il gioco è interamente localizzato e doppiato in italiano. Ma, attenzione, ci sarà un’unica voce parlante per tutta la storia(fatta eccezione per i momenti in cui le nostre coscienze si scontreranno) . Proprio così, le uniche parole che sentiremo saranno quelle del nostro grillo robot, che farà da interprete dei versi animaleschi dei png, ci racconterà lo sviluppo della storia e non mancherà di commentare a caso quando saremo intenti ad esplorare. Alcune frasi tipo “le montagne sono proprio bellovvie” sembrano uscite direttamente da Maccio Capatonda, ma il tono generale grottesco e di storpiatura delle parole alla fine si fa apprezzare. Piuttosto, la scelta di lasciare tutto il doppiaggio in mano ad un unico personaggio risulta un’arma a doppio taglio.
Da una parte è sicuramente una trovata interessante l’avere una unica voce narrante che ci accompagna per tutto il gioco, quasi si trattasse di una favola. Dall’altra, in un titolo comunque discretamente lungo, l’unica voce rischia di venire presto a noia e i dialoghi (che poi diventano infiniti monologhi) verranno presto skippati senza pietà. In tutto questo, provvidenziale l’opzione che limita la loquacità del nostro accompagnatore, evitandoci la pressione del tasto mute sul telecomando. Sia ben chiaro, nulla da dire sulla recitazione e sulla qualità del doppiaggio, di ottima fattura al contrario, ma ecco, reggere da soli un gioco intero di almeno una ventina di ore, è compito piuttosto difficile per chiunque. Le musiche, infine, si lasciano ascoltare e ci accompagnano senza strafare o regalare particolari picchi. Considerazioni finali. Biomutant è un action gdr open world, ricco di qualità e con tante piccole imperfezioni figlie di un budget tutto sommato limitato. Il team è riuscito a raccontare una storia interessante, ricca di personaggi anche carismatici e con un tono umoristico che ben si sposa al mondo degli animali che dovremo esplorare. Le meccaniche di gioco funzionano tutte piuttosto bene, mancando, forse, un minimo di rifinutura, ma regalando soddisfazioni a chi ci si vorrà, dedicare. Graficamente, non ruba sicuramente l’occhio ma fa bene il suo lavoro, con poche imperfezioni, tutto sommato trascurabili. Insomma, siamo di fronte al classico prodotto medio che cerca di colmare i suoi inevitabili limiti, con una buona narrativa e un’esplorazione appagante. Su console di nuova generazione, il titolo esprime le potenzialità al suo meglio, si lascia giocare fino alla fine senza intoppi e con caricamenti rapidissimi. Ad un anno dalla sua uscita, può essere arrivato il momento di dare a Biomutant una seconda possibilità per premiare, comunque, un titolo realizzato con passione e che non mancherà di lasciare qualcosa a chi saprà perdonargli le sue piccole incertezze.
- Considerazioni Finali81Voto
Biomutant è un action gdr open world, ricco di qualità e con tante piccole imperfezioni figlie di un budget tutto sommato limitato. Il team è riuscito a raccontare una storia interessante, ricca di personaggi anche carismatici e con un tono umoristico che ben si sposa al mondo degli animali che dovremo esplorare.
Le meccaniche di gioco funzionano tutte piuttosto bene, mancando, forse, un minimo di rifinutura, ma regalando soddisfazioni a chi ci si vorrà, dedicare. Graficamente, non ruba sicuramente l'occhio ma fa bene il suo lavoro, con poche imperfezioni, tutto sommato trascurabili. Insomma, siamo di fronte al classico prodotto medio che cerca di colmare i suoi inevitabili limiti, con una buona narrativa e un'esplorazione appagante. Su console di nuova generazione, il titolo esprime le potenzialità al suo meglio, si lascia giocare fino alla fine senza intoppi e con caricamenti rapidissimi. Ad un anno dalla sua uscita, può essere arrivato il momento di dare a Biomutant una seconda possibilità per premiare, comunque, un titolo realizzato con passione e che non mancherà di lasciare qualcosa a chi saprà perdonargli le sue piccole incertezze.