Call of Duty Vanguard Recensione – L’avanguardia cammina all’indietro

- Call of Duty Vanguard Recensione – L’avanguardia cammina all’indietro

Nuovo anno e nuovo Call of Duty, questa volta si chiama Vanguard e fa un balzo nel passato riportandoci nelle fasi finali della seconda guerra mondiale. Sviluppato dalla Sledgehammer games e pubblicato da Activision, Call of duty Vanguard parte con tanti buoni propositi come quello di dare un taglio più cinematografico alla campagna e rendere più avvincente il multiplayer. andiamo a vedere se si tratta di un nuovo inizio per la serie dei Call of Duty.

Campagna

Partiamo subito in quarta con la campagna per via delle molte parole spese sulla nuova dimensione che avrebbe dovuto avere il single player. Gli sviluppatori sono riusciti a dare un taglio molto cinematografico al single player che è ambientato nelle fasi finali della seconda guerra mondiale durante l’attacco finale a Berlino. I personaggi che andremo a utilizzare sono i membri di un’unità speciale inviata in Germania per sventare un’operazione segreta conosciuta come Phoenix. Dopo le prime missioni scopriremo la storia dei componenti dell’unità tramite una serie di flashback che ci porteranno in giro per il mondo in diversi campi di battaglia come la Normandia, El Alamein e via dicendo. Il focus si sposta molto rapidamente dal cosa sia l’operazione Phoenix alle esperienze personali dei vari personaggi.

Il taglio cinematografico e la grafica

call of duty vanguard

La longevità della campagna di Call of Duty Vanguard è quasi tutta dovuta alla lunghezza delle cutscene tra un livello e l’altro. I filmati sono probabilmente i migliori mai visti nella serie di Call of Duty, fluidi e molto belli a livello di dettaglio. Discorso diverso se ci mettiamo a parlare della grafica e della fisica. L’intero gioco restituisce la sensazione che in alcuni punti la si sia cercato di rispettare un certo livello di qualità(alto) e in altri siano state buttate lì le risorse che si avevano disponibili in quel momento. Il livello di Stalingrado è forse quello meglio curato (soprattutto all’inizio) con dei dettagli fantastici nella casa di Polina e in generale nelle strade. Altre zone sono molto monotone poco ispirate e facilmente dimenticabili.

Accuratezza storica

Call of Duty Vanguard cammina per quasi tutta la campagna su un equilibrio precario inserendo armi che derivano da prototipi quasi mai usati per poi portarci in giro durante gli eventi più famosi della guerra. Il mistero che circonda Phoenix mi ha fatto sperare per quasi tutto il gioco che la storia finisse in caciara, inserendo elementi che nella seconda guerra mondiale non ci dovrebbero stare come magari zombie, demoni e simile. Non sarebbe stato molto originale ma sicuramente meglio di quello che ci tocca vedere alla fine. Evito di cadere nello spoilerone ma diciamo che vi servirà un sequel per capirci qualcosa, come se avessimo solamente giocato una sorta di prequel. La campagna non prendetela sul serio per quanto riguarda i reali eventi della seconda guerra mondiale perché gli autori ci hanno ricamato molto su ma senza renderlo immediatamente esplicito.

Intelligenza artificiale e difficoltà

Tenendo fede alla tradizione le quattro difficoltà che possiamo giocare sono in tre casi semplicissime, giocando alla penultima credo di essere morto meno di 10 volte per finire la campagna. La quarta difficoltà diventa magicamente difficilissima in alcuni punti perché i nemici hanno una mira laser, ma anche così finire la campagna potrebbe richiedere solo una mezz’oretta in più.

L’intelligenza artificiale è di scarsa qualità e spesso ci ignora quando siamo perfettamente visibili e ci spara senza smettere quando siamo in copertura dietro a un muro. Le occasioni in cui si vedono soldati nemici correre senza motivo in mezzo a quelli alleati si sprecano. Stesso discorso per le coperture, il nuovo sistema di coperture dinamiche fallisce quasi sempre e vedremo gente che spara senza sosta ai sacchetti di sabbia dietro a cui si sta riparando.

Sonoro

Il sonoro durante la campagna è di buon livello, soprattutto durante le cutscene. Nel single player si nota poca se c’è qualcosa che non va ma quando si passa al multiplayer tutto cambia. Sentire la direzione dei passi anche quando i nemici corrono è molto difficile perché i passi fanno molto poco rumore e quasi non si sente quando cambia la superficie su cui il nemico sta correndo. Il doppiaggio è molto valido e va a rendere i filmati di intermezzo ancora più preziosi. La musica in game vive di alti e bassi. La fase del bombardamento aereo nella missione alle Midway è accompagnata in modo fantastico dalla colonna sonora ma rimane un caso unico in tutto il single player.

Granate di Gomma

Uno dei primi aspetti negativi che ho notato in Call of Duty Vanguard riguarda la fisica di alcuni oggetti, soprattutto le granate. Durante i vari pannelli promozionali si parlava di ambienti distruggibili e tante altre feature interessanti ma in realtà quello che abbiamo ottenuto non si avvicina alle promesse fatte. Possiamo distruggere qualche cosa in giro per le mappe ma in modo molto limitato e parziale, niente di emozionante insomma. Le granate meritano un discorso a parte, sono forse le peggiori che mi sia capitato di vedere nella serie Call of Duty (non avendoli giocati tutti, potrei sbagliarmi) e carambolano in modi mai visti. Tirarle contro a un muro spesso le fa tornare indietro nella stessa direzione anche per una decina di metri provocando teamkill assurde. Il fogliame spesso contribuisce a situazioni strane perché si rivela solido o trasparente in base alla situazione. Un ago di pino farà esplodere una mina gammon così come a volte passeranno sciolte all’interno di un intero albero.

Il multiplayer di Call of Duty Vanguard

Il motivo per cui la maggior parte dei giocatori acquista CoD è sicuramente per accedere al multiplayer. La parte più consistente della longevità del titolo deriva proprio dalla componente multigiocatore, per via del sempre enorme ammontare di armi, modifiche  e skin da sbloccare. Difficilmente gli amanti degli sparatutto con gameplay frenetico rimarranno totalmente delusi ma con il passare degli anni la qualità non ha fatto passi avanti, anzi.

Parliamo di uno dei Call of Duty più caotici di sempre anche per via della nuova modalità pattuglia. La quasi totalità delle mappe diventerà presto una sorta di confusissimo deathmatch a squadre con un time to kill che a sensazione pare più basso del solito. Le altre modalità sono praticamente le solite ci aspettiamo come deathmatch, dominio e via dicendo con qualche modifica qua e là.

Mappe

Le mappe di Call of Duty Vanguard sono numerose ma molto poco ispirate e in alcuni casi riciclate dai capitolo vecchi. Nelle ore in cui ho giocato ho potuto notare come sia molto facile tenere sotto mira gli spawn della squadra avversaria da posizioni estremamente molto ben riparate. Molte mappe di dimensioni contenute tendono ad avere strettoie che diventano ben presto un carnaio senza senso dove tutte e due le squadre continuano a tirare granate negli stessi 2-3 punti perché la squadra avversaria da uno di quei punti dovrà passare. Sul totale si salvano forse un paio di mappe.

Modalità Zombie

La modalità zombie si distacca molto da quello che a cui siamo stati abituati. Il modo migliore che mi viene in mente per descriverla sono le missioni a obiettivo per killing floor un pochettino modificate. Qui si parte da un parte di mappa molto piccola che col passare delle missioni ci permette di visitare altre location dove ci saranno da compiere altre missioni. La modalità ha una serie di meccaniche molto abbozzate che sposate con i contenuti molto limitati finiscono per dare vita a una modalità zombie ridotta all’osso che così ha poco tempo di esistere. Un esempio sono le missioni da compiere che sono esattamente tre e si ripetono all’infinito portando fin troppo presto a stufarsi e passare oltre.

Considerazioni

Riuscire a cogliere tutti gli aspetti di Call of Duty Vanguard e condensarli in una recensione è mestiere difficile. Il gioco vive di alti e bassi raggiungendo momenti ottimi come il livello di Stalingrado nella campagna e come nella (brevissima) battaglia delle Midway. Nel secondo caso ci sono momenti molto coinvolgenti come il bombardamento in picchiata delle portaerei molto ben accompagnati dalla colonna sonora, seguiti da fasi molto poco significative. Tutta la fase della battaglia aerea, nonostante l’ottimo colpo d’occhio, sembra lì per allungare il brodo. Inoltre la presenza di un binario invisibile non aiuta l’immersione. Il multiplayer è molto più facile da giudicare. Rapido e adrenalinico non si discosta dalle origini di CoD ma soffre spesso degli stessi problemi che ormai vediamo da anni. Il ritmo incessante fa notare poco le numerose magagne a livello di netcode, ma si vede come quasi tutte le modalità sfocino ben presto in una sorta di disastro senza che si percepisca il minimo controllo della situazione. Lo stesso sistema per livellare le armi non è molto divertente e sembra una sorta di tassa da pagare per ottenere quello che si vuole.

Recensione
  • Valutazione Finale
    55Voto

    Call of Duty Vanguard, al momento, sembra essere il classico capitolo che finisce per essere dimenticato in poco tempo dalla community. La carenza di contenuti, la qualità non eccelsa del prodotto e il prezzo non esattamente accessibile lo rendono poco appetibile anche considerando la natura annuale della serie. Rimane la possibilità di introdurre nuovi contenuti con il passare del tempo, in particolare per la modalità zombie. Il multiplayer necessita ancora di un bella sgrossata per essere reso migliore ma ormai credo che sia troppo tardi per correggerne alcuni aspetti. In questo stato, non vale l'acquisto.

    • Grafica
      80
    • Sonoro
      70
    • Giocabilità
      40
    • Carisma
      50
    • Longevità
      55
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