Cosa c’è di meglio del remake di un gioco uscito una ventina di anni fa, a base di alieni malvagi, esplosioni e comicità scorretta? Ma il remake del sequel, è ovvio! THQ dopo il successo del primo Destroy All Humans decide di battere l’astronave finché è calda e lanciare su tutte le piattaforme di nuova generazione del pianeta il sequel del 2006, Destroy All Humans 2, tirato a lucido per l’occasione. Geniacci di THQ, cosa vi inventerete la prossima volta? Il remake del terzo episodio? Il gioco si apre con un bel disclaimer che ci ricorda che quello che era divertente nel 2006 non è assolutamente divertente oggi. Quindi, se vi scappa una risatina a vedere fricchettoni strafatti di sostanze varie, agenti segreti russi che parlano come Ivan Drago e gag a sfondo sessuale, vuol dire che siete delle brutte persone e dovreste vergognarvi. Se invece non provate alcuna remora ad assistere a queste situazioni ed anzi vi state chiedendo quale arsenale bellico potete scatenare sui fricchettoni di cui sopra, allora forse avete trovato il gioco che fa per voi.
Trama: voi siete gli alieni e dovete distruggere gli umani. Adoro i giochi in cui la storia è perfettamente racchiusa nel titolo. Se cercate qualche inutile particolare in più sappiate che la storia parte dalla fine del primo capitolo e ci vede fronteggiare il temibile Kgb al quale, evidentemente, gli alieni armati di tutto punto non piacciono più di tanto. La trama si svilupperà, poi, introducendo tutta una serie di improbabili personaggi che ci daranno il pretesto per viaggiare in tutto il globo e, soprattutto, per frizzare qualche umano.
Prendo la pistola spara fulmini, grazie
Le meccaniche di gioco sono quanto di più semplice si possa pensare. Alla fine, esattamente come il predecessore, ci troviamo di fronte al classico action in terza persona, ambientato in mappe di dimensioni piuttosto generose, che ci chiederà di superare una serie di missioni in rigoroso ordine cronologico. L’obiettivo sarà, per lo più, distruggere qualcosa (cosa? Qualcosa!) o parlare col png di turno che ci spiegherà cosa distruggere nella missione successiva. Per riuscirci, avremo a nostra disposizione un bel quantitativo di armi diverse che andremo a sbloccare (e potenziare) nel corso dell’avventura. Fulminare i soldati umani è certamente divertente ma costringerli a ballare o farli rimbalzare come fossero crystal ball (non rompe niente e poi non macchia) lo è ancora di più. E se vi dicessi che oltre alle armi più o meno canoniche possiamo prendere il controllo anche di un disco volante stile fantascienza anni ’50? Come nel prequel? Beh si, come nel prequel. E se vi dicessi che possiamo controllare gli umani sostituendoci a loro e prendendone le sembianze? Come nel prequel? Beh si… Insomma se avete già giocato il primo episodio molte situazioni vi saranno quantomeno familiari, anche se l’impressione generale è che, stavolta, il tutto sia un filo più rifinito. Saranno le mappe più grandi, sarà che il gioco sin dall’inizio rinuncia ad un vero e proprio tutorial (suono di caroselli e festeggiamenti vari) e ci getta direttamente nella mischia dandoci più libertà.
Insomma, Destroy all Humans 2 (da adesso Destroy 2 per risparmiare prezioso spazio) parte un po’ più sparato del predecessore e si fa anche leggermente preferire come ritmo di gioco. Le prime ore scorrono, così, senza troppi intoppi, tra un camion da far saltare in aria, un potenziamento da rubare, una infiltrazione nella base nemica… Dopo qualche missione, però, inizia a subentrare una certa stanchezza dovuta, fondamentalmente, alla ripetitività delle meccaniche di gioco. Alla fin della fiera, se è vero che durante la storia sbloccheremo armi e potenziamenti nuovi, è altresì vero che più o meno ci troveremo a fare le stesse cose per gran parte dell’avventura. Molte missioni, poi, possono (o devono) essere risolte con un approccio stealth discretamente semplice, sostituendosi all’umano di turno e agendo indisturbati. E nel caso in cui fossimo scoperti, si può sempre cancellare la memoria dei malcapitati testimoni e procedere come se nulla fosse. La storia in certi punti ci costringe, comunque, a procedere in modo distruttivo ed è lì che ci si diverte veramente.
Spara come se fosse il 2006
16 anni fa avevamo forse meno pretese di oggi, ci bastava un bell’arsenale di armi assortite e una scusa per scaricarle sul malcapitato nemico di turno ed eravamo felici. Poterlo fare, poi, in una mappa di grandi dimensioni, scegliendo liberamente l’approccio e cosa distruggere per primo, beh dava sicuramente delle belle soddisfazioni. Destroy 2 è in tutto e per tutto un gioco figlio del suo tempo e non possiamo, certamente, pretendere che questo remake ne stravolga la struttura o ne ampli significativamente le meccaniche. Le armi ci sono? Si. I nemici? In gran quantità. Bene, direi che può bastare. A rendere lo spara-spara un filo meno ripetitivo ci pensano tutta una serie di poteri alieni, come la telecinesi, la lettura del pensiero, il controllo mentale. Tutto bello quanto si vuole ma perché dovrei lanciare un barile esplosivo con la telecinesi quando sparare direttamente all’obiettivo produce più o meno gli stessi danni? Alzare il livello di difficoltà rende la ricerca di un approccio strategico un filo più necessaria ma stiamo parlando, comunque, di un gioco fatto apposta per spegnere il cervello e scatenare l’anarchia. All’ennesimo plotone nemico disintegrato ci troveremo, così, a procedere quasi per inerzia, spinti più dalla trama e dalle sue gag che dalla voglia di sparare ancora qualche colpo.
La campagna è bella lunga e ricca di location diverse, qualche sparuto collezionabile e una buona varietà di nemici e potenzialità per scatenare il caos. I comandi funzionano discretamente bene anche se a un certo punto, tra armi e poteri, ci troveremo talmente tante possibilità da rimanere quasi spaesati. Un hud sempre visibile a schermo ci aiuterà a ricordare a cosa servano i vari tasti, soprattutto nelle prime fasi di gioco, quando avremo a nostra disposizione già più mezzi di quanti ne possiamo ricordare. Ovviamente, chi ha già giocato il primo capitolo non faticherà a prendere dimestichezza coi comandi, visto che certi poteri sono presi pari pari dal prequel. Quando avremo superato un buon quantitativo di missioni ci si aprirà un ventaglio ancora più ampio di opportunità, tra compiti opzionali e sottotrame da portare avanti a nostro piacimento. Siamo di fronte a un gioco che, sicuramente, non finiremo in un pomeriggio e che, anzi, potrebbe tenerci incollati allo schermo più a lungo del previsto se riusciremo a superare qualche passaggio un po’ ripetitivo. Se lato gameplay il tutto pare funzionare abbastanza bene, qualche problema in più affligge, purtroppo, il comparto tecnico.
Non sono bello ma piaccio
Graficamente è stato fatto un discreto sforzo per ammodernare il comparto tecnico di un titolo con più di tre lustri sul groppone. Da fermi, si può dire che l’impatto è sicuramente buono, con ambienti e personaggi definiti e un’ottima leggibilità di ogni situazione di gioco. Purtroppo, però, una volta in movimento, emerge tutta una serie di limiti del motore grafico che, in più occasioni, fatica a stare dietro all’azione. Qualche glitch di troppo come textures che vengono lette in ritardo, un fastidioso effetto scia nelle fasi più concitate e altre piccole sporcizie assortite fanno un po’ storcere il naso e ci ricordano che stiamo, comunque, sempre parlando di una produzione piccola, peraltro venduta a prezzo budget. Ora, se fossimo nel 2006 ci sarebbe poco da dire, questi sono i limiti del prodotto e questi ce li teniamo. Ma oggi è quantomeno lecito aspettarsi una bella patch di lancio che risolva questi problemi, magari non così grandi da rovinare l’esperienza ma, certamente, fastidiosi.
Allo stato attuale, purtroppo, il gioco è ben lontano dalla pulizia che ci si aspetterebbe ed avrebbe forse necessitato di un minimo di ottimizzazione in più. Le musiche ed il doppiaggio, invece, sono più che sufficienti, con una recitazione sempre sopra le righe e caricaturale. Sempre se ascoltare russi che parlano mettendo “oski” alla fine di ogni parola non vi disturba. Bene anche la localizzazione in Italiano, anche se solo per quanto riguarda i testi, in grado di strappare spesso qualche sincera risata. Infine, un cenno merita l’opzione multigiocatore, possibilità da sempre più che gradita. Nel 2006 per giocare con un amico dovevi invitarlo fisicamente a casa tua (so che sembra strano ma è così) e i pad erano collegati alla console da un filo (non so bene a cosa servisse ma oggi il filo non c’è più e i pad funzionano ancora, quindi ritengo a nulla). Nostalgia dei bei tempi andati? Ma c’è qui Destroy 2 apposta, con la sua campagna cooperativa e l’immancabile versus per blastarsi in allegria, rigorosamente gomito a gomito sullo stesso divano. Un’opzione certamente più che apprezzabile, in grado di aumentare ulteriormente la già ottima longevità del prodotto.
- Considerazioni Finali
Destroy all Humans 2 - Reprobed è un buon remake, che saprà divertire chi cerca un'azione spensierata senza troppi tatticismi, in grado di strappare qualche risata e intrattenere, soprattutto sul breve periodo. Alle lunghe, il gioco mostra una certa ripetitività di fondo che potrebbe stancare chi cerca un po' più di profondità nelle meccaniche. Qualche incertezza tecnica, che ci auguriamo venga aggiustata, pesa ulteriormente sul giudizio finale che avrebbe potuto essere più generoso con un minimo di pulizia ulteriore. Visto, comunque, il prezzo budget e la corposa offerta ludica di missioni, mi sento di consigliare il gioco a chi sappia prenderlo per quello che è. Un omaggio ad un modo di intrattenere molto più semplice e forse ingenuo di quello odierno ma, comunque, in grado di divertire con genuinità.