L’orrore può avere molte forme. C’è quello improvviso e scioccante di trovarsi di fronte a qualcosa di violento e sanguinoso, e c’è quello infido e strisciante che si nasconde nel quotidiano e piano piano si insinua nelle tue giornate, tingendo di grigio ogni cosa, persino l’azzurro del cielo o il buio della notte.
In Dredge, Black Salt Games ha deciso di mostrarci questo secondo tipo di orrore attraverso una trama che trae ispirazione dalla mitologia di Lovecraft e che ci racconta la storia di un pescatore, della sua barca e dell’ignoto che lo circonda. Un ignoto nascosto, ma sempre presente sotto la superficie.
Sto navigando via…
Dredge comincia ricordandoci subito quanto possa essere dura la vita di un pescatore, e lo fa mettendo il giocatore al centro di uno degli eventi più terribili che possa verificarsi a chi svolge questo mestiere: un naufragio.
Basta poco: un errore di manovra, un banco di nebbia improvviso, e un’imbarcazione in grado di sfidare il mare si trasforma in una trappola di metallo e legno, pronta a trascinarti con sé negli abissi.
Fortunatamente l’incidente avviene a pochi metri dal porto di Midolla Maggiore, proprio il luogo che stavamo cercando di raggiungere. Nonostante il nome, Midolla Maggiore, è un piccolo villaggio situato su una piccola isoletta dove la vita scorre tranquilla e un uomo che sa come usare reti, nasse e canne da pesca puó guadagnarsi da vivere in maniera onesta.
La gente del posto è pure cordiale, visto che oltre ad averci salvato la pellaccia, ci offrono pure un’imbarcazione nuova. Non gratuitamente certo; ma l’abbondanza di pesce puó permetterci di guadagnare abbastanza da ripagare il debito con la città e guadagnarci pure.
Tutto bene dunque. Pagato il debito le cose si sistemeranno e la vita continuerà fra dure ma soddisfacenti giornate di lavoro e i sereni momenti di riposo sull’isola. Una perfetta storia di vita vissuta, con un ordinario, ma piacevole lieto fine. Titoli coda. Sipario.
…e tenterò, Signore, cercherò di tirare avanti…
Un momento, però! C’è qualcosa, lì! Ma sí, guarda! Proprio dietro la patina di normalità! Anzi, ci sino piú cose! E sono tutte “strane”.
Quella, ad esempio, sembra nebbia; ma è una strana nebbia che viene fuori solo la notte. E che cos’è quella “luce” che si staglia contro il cielo? E quel movimento sotto il pelo dell’acqua? E quegli scogli? Anche gli scogli sono “bizzarri”. E tutti questi relitti? Quante navi sono affondate da queste parti?

Un’enciclopedia ci fornirà delle informazioni sui vari pesci presenti nel gioco. Anche qui si nota subito qualcosa di anomalo però.
E ora che ci penso, anche i personaggi sono “strani”. Sono tutti amichevoli sí, ma sembra quasi nascondano qualcosa. Ma che cosa? Viene quasi da chiedersi cosa sia successo ai pescatori precedenti.
Si perché ci sono tutti questi elementi disseminati in giro che mi fanno pensare che la vita a Midolla Maggiore, non sia proprio tranquilla come potrebbe sembrare. Che piega sta prendendo questo gioco? Non si doveva solo pescare e upgradare la barca? Ah no? C’è di più? Talmente di più che mi viene da affermare giocone? Sì, per gli Antichi!
È cosí che mi viene da definire Dredge. Un giocone che fa dell’atmosfera e della sorpresa il suo punto di forza. E non parlo solo della trama.
…ho pensato che fossero angeli, ma…
Anche il gameplay, pur partendo da una base semplice e collaudata, ha sempre dei guizzi inaspettati, capaci di far vivere al giocatore situazioni sempre nuove e sorprendenti.
Si parte da un giocato tranquillo e semplice che chiede: quando è giorno, di guidare una barchetta e di catturare pesci premendo un tasto con il giusto timing, e quando è notte, di riposare. Poi le cose si complicano. Quei potenziamenti da applicare alla barca, disponibili dalla maestra d’ascia dell’isola, sembravano solo degli upgrade per farmare meglio e nulla di più; ma dopo qualche ora appaiono sotto una luce totalmente diversa. Quell’upgrade non è piú una semplice miglioria, ma un valido aiuto per non ritrovarsi in situazioni terribili.
E questo continuo “rivalutare” gli elementi di gameplay, accade anche con gli eventi, le ambientazioni, i personaggi, anch’essi continuamente impegnati a cambiare e a trasformarsi. Progredire con Dredge significa dunque vedere qualcosa mutare in qualcos’altro sotto i propri occhi.
Significa toccare con mano come si possa gestire con perfetta armonia l’introduzione di nuove meccaniche di gioco e il buttar addosso al giocatore elementi di trama stimolanti. Il tutto concentrato in 15/20 ore circa.
E su trama e gameplay sinceramente non voglio dire altro per non rovinarvi l’esperienza. Dredge è una continua scoperta e, secondo il sottoscritto, va giocato sapendo solo lo stretto indispensabile. Vi sto chiedendo di fare un salto nel vuoto? Sí. L’ho già fatto in passato con quest’altro GIOCO e ve lo chiedo di nuovo. Ma è per il vostro bene credetemi.
…salirono a bordo della loro nave stellare, diretti verso il cielo…
Nessun problema mi faccio invece a parlarvi della grafica di Dredge. Esteticamente il gioco propone un 3D squadrato al limite del cartoonesco e che crea un contrasto interessante con i toni della storia, e gli da pertanto un tocco di personalità in piú. Buona anche la gestione dell’UI che nella sua semplicità riesce a far apprezzare maggiormente gli scorci che il gioco regala. Certi tramonti a picco sul mare non li scorderó a a breve.
Molto interessante anche lo stile con cui sono realizzate le art che accompagnano i dialoghi con i vari personaggi, con tinte acquerello che ricordano quelle viste nel mai troppo apprezzato Disco Elysium.
Carino il comparto sonoro, anche se non c’é nessuna traccia che mi ha impressionato particolarmente: la musica svolge il suo ruolo di accompagnatrice, senza prendere mai un posto da protagonista. Ma in fondo quello che accade in game è piú da vedere e leggere, piuttosto che da sentire. Il doppiaggio è difatti praticamente inesistente.
Una nota di merito va fatta all’adattamento italiano veramente curato; una rarità quando si tratta di indie. Non sono purtroppo riuscito a reperire il nome di quale agenzia se ne sia occupata, ma gli auguro di avere tanto lavoro, sempre se non l’hanno già.
- Valutazione Finale90Voto
Dredge è un gioco che restituisce perfettamente l'atmosfera dei racconti a cui si ispira, dove il male non si manifesta con arroganza, ma si nasconde, si insinua, per poi ghermirti quando meno te lo aspetti. Mentre giochi rimani preso, proprio come un pesce nella rete, grazie al perfetto equilibrio fra narrazione e gameplay, che non crea mai punti morti, ma riesce sempre a spingerti a volere di più, a sapere di più. Ma certe cose, forse sarebbe meglio non saperle mai.
Consigliato a tutti, ma soprattutto agli amanti di Lovecraft o Stephen King; per voi sarà come manna dal cielo.