Edge of Eternity Recensione – European Jrpg

- Edge of Eternity Recensione – European Jrpg
Nel 1964 “Per un pugno di dollari” dimostrò agli americani che il genere Western non era una loro esclusiva prerogativa, anche gli europei avrebbero potuto dire la loro.
Nel 1988 la squadra giamaicana di bob si impose mediaticamente (più che sportivamente) per la sua folle idea di far gareggiare un paese tropicale in una olimpiade invernale.
Nel 2022 riuscirà Midgar Studio a convincerci che anche in Europa sia possibile realizzare un Jrpg che funzioni?
Edge of Eternity arriva finalmente su tutte le console dopo essere uscito su PC e sarà incluso nel servizio Game Pass dal lancio.
La trama vede diversi stereotipi del genere frullati e amalgamati insieme: abbiamo il protagonista problematico, una bella guerra tra uomini e alieni, culti e poteri magici, robot (che non guastano mai), divinità e mostri assortiti. Senza dimenticare una terribile malattia aliena (la corrosione) che toccherà personalmente la famiglia del nostro eroe, come in Nier ma molto più europeo.
Sarà proprio questo morbo e la ricerca di una cura per la propria madre che spingerà i due protagonisti (l’ex soldato Daryon e sua sorella, la sacerdotessa Selene) in una lunga peregrinazione in giro per il mondo.


Le prime fasi di gioco rischiano seriamente di smorzare l’entusiasmo dell’utente, proponendoci diversi momenti in grado di sfondare la parete del cringe e scatenare qualche risata involontaria, complici un comparto tecnico deboluccio e alcune scene di intermezzo caratterizzate dal livello recitativo degno di House of the dead.
Le cose, fortunatamente, migliorano subito dopo l’introduzione, presentandoci un mondo di gioco più gradevole di quanto le prime fasi non lasciassero intendere.
Tutto questo viene introdotto dai titoli di testa e da una musica incalzante in grado di fomentarci per… pochi secondi.
Perché improvvisamente la musica si interrompe e parte il gioco, così di botto, senza una minima transizione.
Edge of Eternity è pieno di momenti piacevoli ai quali seguono clamorose cadute anticlimatiche, una lunghissima montagna russa emozionale in grado di divertire, stranire e perplimere, senza soluzione di continuità.
Pur con le sue mille contraddizioni il gioco riesce, però, a mostrare innegabili punti di forza, vediamo quali.

Final Fantasy credici

Nessun Jrpg può avere successo senza un bel sistema di combattimento che funzioni e al Midgar Studio lo sanno bene.
Per questo l’ossatura di Edge of Eternity prevede un battle system a turni con tanto di barra Atb a regolare l’ordine di azione, come in Final Fantasy 7, paro paro.
In realtà, ben presto si scoprono alcune peculiarità e preziosismi inaspettati, come la possibilità di spostarsi per difendere un compagno o evitare un attacco, gli elementi interattivi da sfruttare a proprio favore e altre aggiunte che rendono i combattimenti discretamente profondi e sfaccettati.
Il campo di battaglia è, infatti, una sorta di griglia tridimensionale e spesso saremo chiamati a rinunciare ad un attacco in favore di uno spostamento che ci ponga in posizione di vantaggio.
Purtroppo, il ritmo degli scontri risulta fin troppo lento e compassato, anche contro i nemici minori, rendendo il livellamento piuttosto tedioso, per questo dopo pochi minuti l’opzione per velocizzare le animazioni di gioco è un salvagente a cui non rinunciare.

Edge of Eternity

I giocatori dotati di pazienza e dedizione potranno trovare del buono nel sistema di combattimento che è, certamente, uno degli aspetti meglio riusciti del titolo.
Gli sviluppatori hanno profuso un certo impegno per poter dare al giocatore diverse alternative e chi vorrà dedicarci tempo troverà molte meccaniche da padroneggiare.
Ad esempio, potremo forgiare delle trappole da usare in combattimento, equipaggiare cristalli per aumentare le nostre statistiche e sbloccare incantesimi, far salire di livello le armi e altro ancora.
Il problema è che il gioco scivola, poi, su altri aspetti, rovinando in parte l’esperienza.
I combattimenti, come detto, sono lenti, gli antagonisti non godono di una caratterizzazione eccezionale (per non dire che sono bruttini) e tutto sa spaventosamente di già visto.
I nemici sono visibili sulla mappa e la tentazione di saltare a pié pari gli scontri opzionali farà presto capolino.
Come ogni Jrpg che si rispetti, non è una scelta consigliata; livellare il personaggio e occuparsi delle missioni opzionali ci permetterà di arrivare in fondo con maggiore tranquillità.
Peccato che a fronte di mappe molto ampie i nemici siano disposti sporadicamente e tendano a ripetersi un po’ troppe volte come tipologia, regalando poche sorprese al giocatore, sopratutto all’inizio della storia.

Cavalcando un gatto

Tolti i combattimenti, ci troviamo di fronte al campionario di possibilità che ci aspetteremmo da ogni buon Jrpg.
Si può seguire la trama principale così come dedicarsi a una delle tante sub quest, divise in missioni di caccia e incarichi più strutturati narrativamente.
Oltre a questo, il ritmo di gioco sarà scandito dal classico alternarsi tra esplorazione, potenziamento personaggio, combattimenti e avanzamento trama.
Il mondo è molto ampio, diviso, però, in zone accessibili solo quando la trama lo desidera, con una progressione parzialmente guidata.
Per spostarci da una parte all’altra potremo anche cavalcare il corrispettivo del Chocobo, qui sotto forma di enorme gatto dalla coda bifida, e farci aiutare dalla creatura nella ricerca di tesori.
Per il resto, chiunque abbia giocato un Jrpg negli ultimi 20 anni sa cosa aspettarsi da questo titolo, visto che Edge of Eternity butta sul tavolo praticamente tutto quello che è stato proposto nel genere fino a oggi.

Edge of Eternity

Volete gli intermezzi a base di chiacchiere alla locanda? Ci sono.
Volete forgiare armi e oggetti? Vi diamo una pletora di banchi da lavoro differenti per costruire quello che vi pare.
Amate i puzzle? Che ve lo dico a fare?
Insomma, non ci troveremo di fronte a un fenomeno dell’originalità ma quanto a contenuti il titolo Midgar Studio non teme molti rivali.
Purtroppo, aggiungere costantemente carne al fuoco non sempre è la scelta più saggia e l’impressione è che gli sviluppatori avrebbero fatto meglio a limitare le opzioni concentrandosi su un’ossatura ben precisa.
Che senso ha aggiungere effetti metereologici e stagioni se questi si palesano quasi randomicamente con passaggi dalla neve alla fioritura in tempo zero?
Perché riempire di banchi da lavoro le città (uno per le armi, uno per i consumabili e così via) quando uno solo avrebbe potuto bastare?

Vasti mondi imperfetti

Veniamo ora all’aspetto tecnico, Edge of Eternity è bello da vedere?
Rispondere a questa domanda è più difficile di quanto si possa pensare.
È chiaro che ci troviamo di fronte ad un titolo con un budget ridotto alle spalle e che non può e non deve essere paragonato ai grandi esponenti del genere.
In certi momenti il colpo d’occhio che regala il gioco è discretamente di impatto, con ambienti ampi, colori vividi e una buona mole poligonale.
Poi però, puntualmente, qualcosa rompe la magia: un’animazione legnosa come Pinocchio, una texture a bassa definizione in primissimo piano, un personaggio tirato via.
Realizzare un gioco di queste dimensioni è un’impresa da non sottovalutare e l’impressione è che il team sia troppo piccolo per le sue ambizioni.
In alcuni momenti sembra di trovarsi di fronte a un gioco di due generazioni fa, subito dopo ci si imbatte in un paesaggio ad effetto, poi un personaggio inespressivo, ancora dopo una cutscene riuscita e così via.

Edge of Eternity

Per quanto concerne i protagonisti della storia, c’è da dire che la loro caratterizzazione è sicuramente buona e che risultano curati a sufficienza mentre, purtroppo, altrettanto non si può dire dei vari comprimari, molto più grezzi e approssimativi.
Durante la mia prova, su Xbox Series X, mi sono imbattuto in diversi bug che hanno parzialmente compromesso l’esperienza.
Se alcuni di questi, come i menu che si bloccano per qualche secondo, possono anche essere perdonati, molto più grave è stata la presenza di un paio di freeze che mi hanno costretto a ricominciare dall’ultimo salvataggio, facendomi perdere la progressione e costringendomi a scontrarmi di nuovo con un boss.
Si tratta del classico difetto che se non adeguatamente patchato può portare a notevoli livelli di frustrazione.
Dal punto di vista del sonoro, invece, assolutamente nulla da ridire. Le musiche sono piacevoli e d’atmosfera e non faticheranno a rimanervi in testa. Il doppiaggio in giapponese risulta, poi, sorprendentemente curato e ben recitato. Non è, purtroppo, presente la lingua italiana e la mole di testi da leggere fa sconsigliare il titolo a chi non mastichi l’inglese.
La longevità è garantita da una storia lunga e da molte sub quest e attività secondarie. L’interesse rischia, però, di scemare dopo qualche ora a causa di una trama non proprio ritmata a dovere che, dopo un inizio interessante, si prende fin troppo tempo per decollare.

 

 

Recensione
  • Valutazione Finale
    75Voto

    Giudicare un titolo come Edge of Eternity non è per nulla semplice.
    Si tratta di un gioco ricco di contenuti e sviluppato sicuramente con passione ma, allo stesso tempo, falcidiato da alcuni difetti sui quali è difficile soprassedere. Il sistema di combattimento, il crafting, gli incantesimi sono i punti di forza ai quali fanno da contraltare un comparto tecnico altalenante, una generale monotonia degli scontri e una progressione spesso sonnolenta. Quello che viene fuori dalla somma di questi elementi è un prodotto strano, grezzo ma a suo modo affascinante, ricco di opzioni ma povero sotto altri aspetti. In definitiva, mi sento di consigliarlo agli appassionati di Jrpg disponibili a chiudere uno o due occhi di tanto in tanto e a dare al titolo il tempo necessario per ingranare e farsi apprezzare. Sulla lunga distanza Edge of Eternity può appassionare ma il problema è superare una lunga fase iniziale non pienamente convincente.

    • Grafica
      73
    • Sonoro
      80
    • Giocabilità
      74
    • Carisma
      70
    • Longevità
      78
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