- Elex 2 Recensione – Un action Rpg al momento sbagliato
Il tempismo nella vita è tutto.
Puoi anche essere ricco di qualità ma se hai la sfortuna di confrontarti con avversari molto più forti di te ne uscirai necessariamente con le ossa rotte.
Elex 2 arriva su PC e console a pochi giorni dall’uscita di quell’Elden Ring che ha monopolizzato le discussioni e l’interesse di mezzo mondo videoludico.
Pur trattandosi di prodotti non pienamente coincidenti e che puntano ad un pubblico differente, non possono non saltare all’occhio tutti gli elementi di contatto che rischiano di far sfigurare l’ultima fatica di
Piranha Bytes. Abbiamo, sostanzialmente, un Gdr action in terza persona, ambientato in un enorme open world pieno di creature ostili.
Intorno a questa ossatura Elex 2 sviluppa, poi, le sue caratteristiche personali, prendendo notevole distanza dal gioco From Software.
Superato, così, un primo impatto da “souls dei poveri” è possibile apprezzare tutto quello che il gioco può offrire. La trama riparte da dove il primo capitolo si era fermato, con il protagonista Jax alle prese con un’invasione aliena. La storia può essere compresa anche da chi non abbia mai giocato il primo capitolo (grazie anche a numerosi flashback) e si presenta come una classicissima avventura sci-fi dove l’eroe di turno deve salvare il mondo dagli alieni cattivi. Per farlo dovrà contare non solo sulle sue abilità da eroeforzuto-di-film-anniottanta, ma anche sull’aiuto delle varie comunità che popolano il mondo di gioco e con cui saremo necessariamente chiamati a confrontarci (pacificamente o no).
Dopo un inizio scandito dalle classiche cut scene a ripetizione per far ingranare la trama, saremo lasciati sostanzialmente liberi di vagare per il mondo, parlando con chi vogliamo e seguendo la nostra personalissima strada per approntare una risposta all’invasione aliena. L’impatto è quasi spiazzante e può benissimo capitare di non sapere assolutamente cosa fare, dirigendosi casualmente verso ogni segnaposto indicato dalla mappa, nella speranza di sbloccare la missione giusta.
Elex 2 è un Gdr duro e puro che non ci limita ad un percorso predefinito o a scelte di facciata. Saremo noi a decidere l’evolversi della storia con le nostre azioni e questo regala sicuramente grandi soddisfazioni. Per farlo, però, dovremo venire a patti con la struttura di gioco.
Malino come action….
Elex 2 propone un sistema di combattimento che, inutile girarci intorno, rischia di allontanare più di un utente dopo pochi minuti di gioco.
Sostanzialmente, siamo di fronte alle classiche meccaniche già viste in millemila action Rpg con un sistema basato su attacchi forti o rapidi, capriole per schivare i colpi nemici e parate da effettuare col giusto tempismo, tutto regolato da una barra della stamina che si consuma dopo ogni azione. A rendere il sistema leggermente più dinamico ci pensano le armi a lunga gittata come archi e balestre (da sfruttare soprattutto per cogliere di sorpresa gli avversari). Se state pensando a una sorta di Dark Souls siete dannatamente vicini ma ogni paragone col titolo From è purtroppo impietoso. Gli scontri non risultano per nulla stimolanti, dividendosi presto in due categorie: troppo accessibili o praticamente impossibili, a seconda del livello del nostro personaggio.
In pratica non c’è richiesta alcuna reale abilità col pad e per vincere dovremo solo presentarci con un livello e armi adeguate. I nostri colpi non restituiscono alcuna sensazione di pesantezza e i pattern di attacco nemici sono sin troppo basilari. A questo si aggiunge una telecamera che spesso fa le bizze inquadrando l’azione da angolazioni improbabili.
Come avrete intuito ben presto saremo spinti ad evitare ogni combattimento sinché possibile e a concentrarci sulla risoluzione delle quest e sui i dialoghi con i png, molto più remunerativi anche per quanto riguarda i punti esperienza. Il mondo di gioco sarà sin dall’inizio liberamente esplorabile per grandissima parte, permettendoci di vagare e dirigerci più o meno dove vogliamo.
Questo assoluto senso di libertà viene amplificato dalla presenza, sin dalle prime fasi, del nostro fidato jetpack (upgradabile in vari modi) che ci consentirà l’esplorazione anche in altezza, permettendoci di raggiungere anche le zone più sopraelevate. Per questo motivo, potremmo imbatterci già dalle prime ore di gioco in nemici molto forti, che magari avremmo dovuto incontrare solo più avanti, in grado di ucciderci con uno o due colpi. Il rischio di prematuri game over, unito ad un sistema di combattimento non molto appagante, ci spingerà, così, a procedere senza ingaggiare scontri, fuggendo appena possibile e sfruttando, magari, qualche zona elevata per ripararsi.
Ben presto, nella mia prova di gioco, ho praticamente accantonato i combattimenti che non fossero inevitabili e ho preferito portare avanti le storie parallele e dedicarmi all’esplorazione, nella speranza di salire di levello quel tanto che basta per superare indenne qualche nemico. Solo in quel momento sono emersi tutti gli innegabili pregi di Elex 2 che rischiavano di passare in secondo piano.
… bene come Rpg
La parola che meglio definisce l’esperienza del titolo Piranha Bytes è “libertà”.
Non solo potremo vagare sostanzialmente senza limiti nel grande mondo di gioco e dedicarci alle varie quest nell’ordine che vogliamo, ma saremo lasciati altresì liberi di approcciare ogni missione in modo differente e di sviluppare il nostro personaggio come meglio desideriamo.
Si tratta di caratteristiche che costituiscono l’ossatura di ogni buon Rpg ma che, con gli anni, sono spesso state accantonate in favore di esperienze più cinematiche e guidate, dove le scelte incidono solo in maniera superficiale sulla storia. Ci troveremo sin da subito alle prese con una pletora di missioni da portare a termine, ognuna delle quali ci presenterà spesso e volentieri più strade alternative e obiettivi opzionali per ottenere punti extra. Il gioco ingranerà veramente quando ci troveremo a confrontarci con le varie fazioni, nel tentativo di ottenerne la fiducia e di entrare stabilmente a far parte di una di esse. Sono rimasto sinceramente colpito dalla quantità e qualità di molte sub stories che possono evolvere anche in modi inaspettati e aprire possibilità ulteriori inimmaginabili. Purtroppo, in alcuni frangenti le missioni ci imporranno di ricorrere allo scontro fisico e lì faranno nuovamente capolino i difetti già evidenziati.
Anche perché l’assoluta libertà concessaci potrebbe spingerci incontro a nemici assolutamente impossibili da sconfiggere con il nostro livello e equipaggiamento.
Insomma, Elex 2 non è per nulla un gioco semplice e per poter procedere sarà necessario fare molta attenzione e scegliere con accortezza quali strade prendere, pena incorrere in game over a raffica. La progressione della storia potrà apparire a molti sin troppo criptica e l’assenza di reali indicazioni sulla difficoltà delle quest ci costringerà a qualche giro a vuoto di troppo.
Il grado di difficoltà a volte impietoso dei giochi Piranha Bytes li ha resi discretamente popolari presso una fetta di appassionati ma questo ne ha impedito anche una fruibilità per un pubblico più ampio. Non tutti sono disposti a vagare a vuoto per ore, a iniziare missioni da abbandonare subito perché troppo difficili, a venire a patti con un ritmo esasperatamente lento e flemmatico.
In certi momenti la noia potrebbe prendere il sopravvento e solo i giocatori più motivati sapranno scavare in profondità e far emergere le ottime caratteristiche Rpg.
Per quanto concerne la personalizzazione del nostro avatar, con il progredire della storia potremo incrementare le caratteristiche che preferiamo, trasformandolo nel personaggio che più ci aggrada. Alcune scelte nelle quest saranno disponibili solo se il nostro eroe avrà già raggiunto un determinato livello in una caratteristica chiave, precludendo, per esempio, opzioni diplomatiche a chi si sia concentrato solo su forza e costituzione. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a possibilità già ampiamente esplorate in tutti i classici del genere ma che, comunque, fa piacere vedere proposte con una certa perizia anche qui. Le varie abilità andranno invece imparate da determinati maestri che incontreremo in giro per il mondo, dopo averne conquistato la fiducia con qualche bella quest. Se dal lato delle opzioni non è possibile muovere praticamente alcuna critica, altrettanto non può dirsi per quanto riguarda la narrativa e i dialoghi di alcune quest, non sempre di altissimo livello. La storia principale, in particolare, fatica forse troppo ad ingranare realmente e le varie missioni opzionali si faranno spesso preferire alla main story.
Ma è in generale, come detto, il ritmo troppo rallentato della progressione, unito al senso di spaesatezza generale, che costituiscono i principali limiti di una produzione che, almeno nella sua ossatura da gdr, meritava ben altri risultati.
Un titolo zoppicante
Dal punto di vista grafico siamo di fronte ad un titolo di media caratura, purtroppo falcidiato da diversi problemi tecnici di varia natura.
Il principale riguarda il frame rate che spesso tende a crollare fino a bloccarsi in determinate situazioni, ma non sono mancati anche alcuni crash occasionali e piccoli glitch grafici.
Al netto di queste imperfezioni, il gioco appare gradevole da vedere, soprattutto nelle ambientazioni e molto meno nei personaggi (con un paio di bambini che popoleranno i miei incubi a lungo).
Le scene di intermezzo con il motore di gioco sono discrete ma spesso tendono a fare capolino in momenti sbagliati.
Mi è capitato di raggiungere il luogo stabilito di una quest mentre combattevo un nemico, assistendo così ad una improvvisa cut scene non contestualizzata al termine della quale mi sono ritrovato nuovamente a combattere il nemico di prima come se nulla fosse.
Si tratta di piccole sbavature di ottimizzazione che però, purtroppo, fanno rapidamente scemare l’immedesimazione e rovinano parzialmente l’esperienza.
Le musiche sono discrete e abbastanza varie anche se difficilmente vi spingeranno ad alzare il volume, diciamo che fanno il loro compito senza troppi fronzoli.
Buona invece la recitazione (in lingua inglese) così come la traduzione dei testi in italiano, curata e puntuale.
Per quanto attiene, infine, alla longevità, sicuramente gli appassionati avranno materiale per perdersi per ore e ore e le scelte alternative consentiranno anche una discreta rigiocabilità.
Per i meno pazienti, invece, lo stimolo per continuare potrebbe essere difficile da trovare.