Greak: Memories of Azur Recensione: Metroidvania bello fuori e discreto dentro

- Greak: Memories of Azur Recensione: Metroidvania bello fuori e discreto dentro

Amate i metroidvania e i giochi messicani? Ci tenete a usare il termine Azur in una frase senza Striker Gunvolt? Gioite delle produzioni disegnate a mano e non siete spaventati dal fatto di non avere il naso e/o parte dei lineamenti? Allora Greak: Memories of Azur è il gioco che fa per voi. Forse.

Mondi fiabeschi

Sviluppato dallo studio indie Navegante e pubblicato dalla nota etichetta Team 17, Greak: Memories of Azur ci catapulta nel mondo di Azur (dovevamo intuirlo!), dove la BBBellina popolazione dei Courine deve affrontare con rischi sempre maggiori l’invasione degli Urlag, mostri provenienti dalle paludi circostanti i quali hanno l’apparenza di goblin relativamenti alti composti di reflusso fognario compattato.

Greak: Memories of Azur

Partendo da basi classiche della narrativa fantasy (e non solo), il giovane Greak dovrà ritrovare sua sorella e suo fratello maggiore lungo un’avventura che lo porterà – si spera – a trovare il modo di salvare la sua gente dai chiaviconi ambulanti senza dover continuare a combattere ab eternum o fuggire in cerca di una pace probabilmente poco duratura.

Il bello dello scorrere lateralmente

Il gameplay di Greak – Memories of Azur segue il l’amato format dei metroidvania. Con l’azione che fluisce a scorrimento laterale in un contesto bidimensionale, muoveremo il protagonista avanti e indré tra vari luoghi di differente grado di desolazione nella lunga quest per ritrovare la sorella perduta e per aiutare la sua colonia d’origine minacciata dai mostrazzi fetusi di cui sopra.
Cuore del gameplay è l’intercambiabilità tra i protagonisti, necessaria per superare alcuni enigmi del gioco basati su dinamiche classiche nel stile “il personaggio A gira la manovella e il personaggio B passa dal cancello”. Gli eroi sono ciascuno caratterizzato da abilità e attacchi peculiari, per una generale diversificazione del gameplay che non dispiace e funge bene, pur non meravigliando per originalità o qualità dell’esecuzione.

Greak: Memories of Azur

Qualche dubbio su alcune funzioni, a iniziare dall’inventario: apribile tenendo premuto il tasto dedicato non rimane fisso, portando a una discreta scomodità nella selezione degli item sia nella parti più concitate, che quelle meno. Strana anche l’idea di dedicare il tasto azione ad atti di banale semplicità come salire le scale o aggrapparsi, quando ci si aspetta che sia una funzionalità dedicata alla pressione dello stick/tasto verso l’alto e buona notte; discutibile anche il sistema di alternanza autosave/salvataggio manuale, che almeno in questa build ha mostrato qualche buco un po’ fastidioso. Strana anche l’idea di come gestire il movimento dei due personaggi insieme: invece di seguire l’idea di Portrait of Ruin, per spostare i protagonisti assieme dovremo tenere schiacciato il tasto preposto mentre sono affiancati, e sperare bene di non perdere gli altri durante i salti o passaggi difficili del caso. Unito ciò al fatto che in fase di fast travel il compagno lontano rimarrà dov’è, capirete che i bestemmioni da backtracking si stanno già fregando le mani.
Già dopo poche battute, una volta svanito l’effetto wow (si veda sotto) dello spettacolare comparto estetico e del senso di scoperta dei numerosissimi paesaggi a video, Greak: Memories of Azur si mostra gradevole ma irto di quel feeling da “vorrei ma non posso”: il gameplay inciampa un po’ troppo nei difetti citati, finendo per rendere eccessivamente macchinose azioni che dovrebbero essere invece molto più naturali.

Stupore audiovisivo

Il comparto estetico di Greak: Memories of Azur è, senza troppi giri di parole, la parte migliore del gioco. La grafica hand drawn (perché ci stufiamo di ripetere “disegnata a mano”) è semplicemente fantastica, capace di rievocare i fasti del meglio della produzione fumettistica d’oltralpe e videoludica di Vanillaware, seppur con molte meno apparizioni mammarie (tristezza). La ricercatezza dei disegni trasuda da ogni fotogramma: dai delicati movimenti dei personaggi, merdaccioni inclusi, fino agli spettacalora fondali, tutto stupisce per la qualità del tratto e per la sapiente scelta di colori. L’audio supporta in maniera egregia tutto ciò che ci riempie le retine, con tonalità orchestrate che contribuiscono da caratterizzare di toni onirici l’intera esperienza.

Greak: Memories of Azur

A livello tecnico, abbiamo notato qualche sbavatura. Oltre ad alcune piccole perdite di salvataggi (ci auguriamo dovute al fatto che il test è su una copia pre-release), abbiamo notato qualche piccola indecisione nel rilevamento delle collisioni in attacco, quando di contro i colpi nemici sembrano un po’ troppo a segno anche in occasioni di potenziale sicurezza. Come annunciato dallo stesso gioco prima della schermata del titolo, usate la tastiera a vostro rischio e pericolo: i comandi keyboard+mouse sono implementati piuttosto male, anche per gli standard di male con cui si gestiscono i platform portati su personal computer. Evitiamo ulteriori dettagli sull’implementazione della freccia del mouse dei menù per evitare di sparare sulla croce rossa.

Requisiti di Sistema
Requisiti Minimi:
  • Sistema Operativo:

    Windows 10 64-bit

  • Processore:

    Intel Core 2 Duo E6750 o AMD Athlon 64 X2 6400+

  • RAM:

    2 GB

  • Scheda video:

    NVIDIA GeForce 8800 GT, 512 GB o AMD Radeon HD 6570, 1 GB

  • Spazio su disco:

    3 GB

Requisiti Consigliati:
  • Sistema Operativo:

    Windows 10 64-bit

  • Processore:

    Intel Core 2 Duo E8400 o AMD Phenom II X2 550

  • RAM:

    4 GB

  • Scheda video:

    NVIDIA GeForce 9800 GTX, 1 GB or AMD Radeon HD 5750, 1 GB

  • Spazio su disco:

    3 GB

Minimum:
  • OS:

    MacOS X 10.8.5

  • Processor:

    Intel Core i5 2.4 GHz

  • Memory:

    8 GB RAM

  • Graphics:

    NVIDIA GeForce GT 640M

  • Network:

    Broadband Internet connection

  • Storage:

    7 GB available space

Recommended:
  • OS:

    MacOS X 10.8.5 or Newer

  • Processor:

    Intel Core i7 2.4 GHz+

  • Memory:

    8 GB RAM

  • Graphics:

    OpenGL 4.1 - ATI Radeon HD 5670, NVIDIA GeForce GT 640M

  • Network:

    Broadband Internet connection

  • Storage:

    7 GB available space

  • Additional Notes:

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Recensione
  • Valutazione finale
    81Voto

    Greak: Memories of Azur, oltre a vincere il premio di gioco con il protagonista col nome più brutto (se la gioca con Baldo, e non parliamo dell'allegro castoro) stupisce in positivo per la stupenda realizzazione estetica: grafica e sonoro si fondono in un tutt'uno dai risultati magici, che vi rapirà immediatamente...per poi liberarvi grazie a un gameplay che alterna cose già viste in numerosi altri titoli (e fatte meglio) a decisioni di gameplay a nostro avviso rivedibili. In ogni caso, sono numerose le basi da cui muoversi per il futuro di questo novello franchise.

    • Grafica
      97
    • Sonoro
      93
    • Giocabilità
      70
    • Carisma
      70
    • Longevità
      75
- Scheda
- Copertina
Copertina

Amate i metroidvania e i giochi messicani? Ci tenete a usare il termine Azur in una frase senza Striker Gunvolt? Gioite delle produzioni disegnate a mano e non siete spaventati dal fatto di non avere il naso e/o parte dei lineamenti? Allora Greak: Memories of Azur è il gioco che fa per voi. Forse.

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