- Humankind Recensione: Un 4x che vuole innovare
Gli strategici sono sempre stati considerati un genere di nicchia. Il motivo principale penso sia il livello di impegno che richiedono. Non si può negare infatti che siano un genere di giochi decisamente più impegnativi rispetto ad altri. Giocare ad uno strategico infatti non può essere fatto con la mentalità “gioco una mezzoretta e via”. Ogni sessione è tempo e impegno, soprattutto quando si sta affrontando ad uno di quelli particolarmente complessi. Giocarci a singhiozzo infatti rischia di far perdere il quadro generale della partita, e in un gioco dove bisogna tener conto di svariati fattori man mano che si procede, la cosa può influire pesantemente sulla performance del giocatore.
Humankind, sviluppato da Amplitude Studios, appartiene a questo gruppo di giochi. In particolare si tratta di un 4x che per struttura è impossibile non comparare al grande pilastro del genere: Civilization. La domanda quindi sorge spontanea: Humankind sè un semplice clone del suo ben più blasonato competitor o qualcosa di più? In questa review vi darò la mia risposta.
Con sassi e pietre
Partiamo col dire che si deve fare in game. Humankind è uno strategico a turni che ci chiede di prendere le redini di una popolazione umana e di condurla dalla preistoria fin all’età moderna. Prima di tutto bisogna creare una partita scegliendo fra varie impostazioni e va detto che il sistema di creazione della partita è molto articolato è permette di creare scenari personalizzati, regolando il numero di avversari, continenti, la presenza di fiumi, isole, il clima, e così via. Davvero ce n’è per tutti i gusti e ci si può sbizzarrire per creare la propria partita ideale.
Si parte con un piccolo gruppo di individui nomadi spersi su una mappa avvolta dalla nebbia di guerra: i futuri fondatori della nostra nazione. Man mano che si sposta questo piccolo gruppo ha la possibilità di raccogliere varie risorse che saranno utili alla fondazione di un primo insediamento. Per ottenerle bisogna trovare dei punti di interesse sulla mappa come ad esempio i resti di un accampamento lasciati da qualche altro gruppo di umani che ci ha preceduto decenni prima o dei luoghi naturali con caratteristiche particolari. Altro modo per ottenere risorse in questa fase è la caccia, che funge anche da prima forma di “battaglia” e permette quindi di prendere subito un po’ di confidenza col sistema di combattimento, di cui parleremo in dettaglio più avanti.
Una volta che si è raggiunto il giusto numero di risorse è possibile fondare un avamposto, che successivamente è possibile potenziare per farlo divenire una vera e propria città. Valutare dove costruire è importantissimo visto che il terreno influenza il tipo di risorse che si potrà sfruttare in seguito. Pertanto l’esplorazione è davvero importante, soprattutto in questa fase, visto che serve anche ad individuare eventuali risorse rare: un tipo risorse accessibile solo in determinati punti della mappa e che offrono dei vantaggi strategici. Le risorse principali comunque, quelle che faranno marciare il vostro impero, sono 4: Cibo, Industria, Denaro e Scienza. il Cibo rappresenta ovviamente il mezzo di sostentamento della vostra popolazione e sarà il vostro principale interesse, almeno inizialmente. L’Industria è la forza lavoro e determina in quanti turni potrete completare le varie costruzioni e migliorie che vorrete apportare alle vostre città. Il Denaro è richiesto per acquistare beni e sostenere le truppe, mentre la Scienza regola la velocità alla quale sarete in grado di compiere nuove scoperte scientifiche. Per poter iniziare ad utilizzare il denaro e il potere della scienza però è necessario prima raggiungere i grandi traguardi dell’umanità: l’invenzione della scrittura, della matematica, la scoperta della ruota e così via.
Humankind ci permette di ripercorrere tutti questi passi fondamentali della storia del genere umano e lo fa in una maniera molto particolare. Se di solito infatti siamo abituati a partire con una civiltà e a farla progredire mantenendo sempre quella, qui è possibile mescolarle ad ogni cambio di epoca, andando a creare una popolazione frutto dell’unione di varie culture diverse. Ma come funziona tutto ciò? Vediamo di capirlo.
Un unico popolo, tante identità
Per capire come viene gestita la cultura in Humankind bisogna prima precisare come si avanza di epoca in epoca. Il gioco utilizza una sviluppo delle Ere basato sul completamento di degli obiettivi: ad ogni obiettivo completato al giocatore viene assegnata una stella o (Era Star) e una volta raggiunto un certo numero di stelle è possibile “saltare” all’Era successiva. Superata la prima era, ovvero l’Era Neolitica, il giocatore deve scegliere una cultura con cui continuare il proprio viaggio. Ognuna ha delle caratteristiche peculiari che la rendono più adatta ad uno stile di gioco piuttosto che ad un altro. I Micenei ad esempio sono fortemente orientati verso la guerra e quindi hanno bonus militari, i Babilonesi sono avvantaggiati nelle ricerche scientifiche, i Nubiani se la cavano meglio con il commercio e così via. Ogni volta che si ottiene una stella si ottengono anche dei punti Fama, che è la risorsa di cui tiene conto il gioco per decretare il vincitore della partita: chi ha più Fama al termine del numero di turni prestabiliti vince. Le civiltà naturalmente hanno anche edifici e unità esclusive che danno particolari vantaggi. Finora nulla di nuovo, no? Beh, attenti perché il bello arrivo adesso. Quando si arriva al salto di Era con una cultura si può scegliere di cambiarla. Avete capito bene. In pratica se fino a quel momento avete giocato con gli Egizi potete scegliere e diventare Unni ad esempio, o Maya.

Le città vanno costruite distretto per distretto, cercando di collegarne di tipo simile per sfruttare vari bonus. È possibile anche costruire delle Meraviglie che forniscono dei bonus rimarranno anche nelle epoce successive a testimonianza della nostra grandezza.
Un macello dal punto di vista storico, su questo non ci piove, ma una grande idea a livello di gioco. Perché, dite? Perché i vostri progressi, le unità militari, edifici speciali e persino i tratti della Cultura precedente vengono mantenuti e inglobati in quella successiva, andando a creare delle Civiltà uniche. In una delle mie partite ho iniziato come Ittita, continuato come Goto, poi Mongolo e infine Spagnolo. Ad un certo punto quindi fra le mie truppe c’erano orde di arcieri a cavallo, fianco a fianco con dei conquistadores. Si tratta di un’idea decisamente innovativa per il genere e che apre un sacco possibilità strategiche anche in fasi avanzate della partita.
Poniamo ad esempio il caso che abbiate trascorso un buon numero di turni tranquilli e indisturbati, utilizzando solo Culture dedicate al commercio, ma improvvisamente una delle nazioni vicine cominci ad avere delle mire espansionistiche. Odorando il pericolo, al successivo passaggio di era potreste quindi giustamente decidere di optare per una cultura con un orientamento militare, in modo da difendervi efficacemente in caso di invasione; il tutto senza perdere i vantaggi commerciali dati dati dalle culture precedentemente utilizzate. Il tutto sempre che nessuno abbia selezionato prima di voi la Cultura che potrebbe salvarvi. Sì perché visto che l’avanzamento da un’era all’altra si raggiunge per obiettivi, questo significa che non avviene per tutti nello stesso momento: uno potrebbe essere più rapido di altri a completare i suoi e guadagnarsi quindi il diritto di reclamare per primo una determinata cultura. Questo significa che: o si è sempre i più veloci, o ci si ritroverà costretti ad improvvisare, adattando il proprio gioco in base a ciò che gli avversari avranno lasciato. Lo so, sembra una meccanica ingiusta, visto che può voler dire non riuscire a continuare la partita nel modo voluto, ma vi assicuro che in realtà la cosa risulta molto stimolante e che, quando capita, spinge ad esplorare aspetti del gioco che altrimenti magari non si sarebbero mai presi in considerazione. Certo è difficile prevedere come la cosa possa funzionare in un match online, visto che man mano che la gente gioca una è inevitabile che saltino fuori le cosiddette meta, ovvero le strategie vincenti che sfruttano al meglio ciò che il gioco può offrire, ma le combinazioni di Culture sono talmente tante, così come sono tante le variabili della mappa, che credo sia quasi impossibile far andare una partita nel modo desiderato e quindi riuscire a sfruttare qualche meccanica più di altre. Se avrò ragione però solo il tempo e lo sviluppo della community potrà dirlo. Personalmente l’ho apprezzata parecchio e credo rispecchi in pieno l’idea di “grande viaggio della razza umana” che sta alla base del gioco. In fondo ogni popolo della terra non è che il frutto di influenze di popoli precedenti da cui ha assorbito tecnologie, usi e costumi.
Governo e spada e relazioni
Senza scendere troppo nel dettaglio di ogni singolo aspetto del gioco, altrimenti rischio davvero di scrivere un poema, vi parlerò solamente di altre 3 meccaniche salienti e che secondo me sono importanti per capire se Humankind può fare per voi.
Prima meccanica: la Guerra.
Eh lo so che voi conquistatori assetati di sangue non vedete l’ora di sapere come si massacrano le genti e ora ve lo dico. Innanzitutto bisogna dichiarare guerra, e questo può essere fatto in maniera legittima solo se la vostra popolazione è pronta a seguirvi nell’impresa. C’è un vero e proprio indicatore che mostra il livello di sostegno dei cittadini nei confronti del vostro sforzo bellico e se per caso questo raggiunge lo zero, allora automaticamente avrete perso e dovrete venire a patti col vincitore. Se vi manca il sostegno popolare allora potrete decidere di lanciare una guerra a sorpresa, cosa che vi farà partire con meno sostegno popolare e vi attirerà il disprezzo degli altri regnanti. Un ottimo modo per ottenere sostegno è quello di vincere le battaglie e catturare le regioni del nemico, in modo da poterle poi reclamare una volta giunti al tavolo delle trattative.
Il combattimento vero e proprio comunque avviene fra unità che è possibile spostare liberamente sulla mappa ed anche organizzare in eserciti che includono unità di tipo di diverso. Quando si inizia una battaglia la porzione di mappa in cui si svolge diventa una specie di scacchiera, dove è possibile schierare manualmente le truppe in modo da disporle nel modo a noi strategicamente più congeniale. Anche qui è importante tenere conto del terreno, visto che ci sono tile di tipo diverso in grado di fornire vantaggi e o svantaggi alle truppe. Il combattimento quindi è più dinamico rispetto agli standard dei 4x, così come lo sono anche le animazioni, che devo dire risultano abbastanza curate per questo genere di gioco. Una particolarità è che anche durante lo scontro è possibile continuare ad amministrare le proprie città, visto che la battaglia si svolge in una sorta di “turno nel turno”, che ben riflette l’idea che mentre i soldati si ammazzano il mondo fuori continua comunque a girare.
Seconda meccanica: le Civics.
Le Civics sono un assieme di problemi legati alla società, all’economia, alla religione e al mondo militare, che il giocatore può decidere di regolare utilizzando uno speciale tipo di valuta in game per indirizzare la popolazione e il proprio governo verso una determinata ideologia. Ad esempio: il contatto con altre culture o la conquista di nuovi territori fa entrare in contatto la popolazione con nuove religioni. Quale sarà il nostro atteggiamento di fronte alla cosa? Saremo ostili verso questi nuovi credo optando per difendere la nostra identità culturale da eventuali contaminazioni, o permetteremo a questi nuovi culti di diffondersi lasciando ad ognuno la libertà spirituale? Ogni scelta sottoposta dalle Civics, sposta l’ago della bilancia verso una determinata ideologia e i bonus che essa fornisce. Perseguire certe ideologie è anche un ottimo modo per creare dei contatti pacifici con le altre nazioni, che potrebbero vederci di cattivo occhio se le nostre saranno troppo diverse dalle loro. La cosa può anche essere sfruttata al contrario naturalmente: allontanarsi il più possibile dalle ideologie di un’altra nazione può fornire un ottimo casus belli e una buona quantità di sostegno alla guerra.
Terza meccanica: La diplomazia.
Meccanica importantissima nei 4x e che anche qui non poteva mancare. Tramite la tab della diplomazia è possibile intrattenere rapporti commerciali con le altre nazioni, formare alleanze e come abbiamo già detto, dichiarare guerre. Questa devo dire che forse è la meccanica forse più semplicistica dell’intero gioco. Le interazioni sono poche e molto basilari. Ad esempio è possibile formare delle alleanze, ma non delle Federazioni, come accade in Stellaris. Quando un altro regnante ha delle pretese nei nostri confronti per una nostra azione che ritiene un affronto possiamo solo scegliere se ignorarlo o accontentarlo, nessuna possibilità di mediare, od offrire un’alternativa. Le interazioni insomma sono poche e molto basilari. Non posso negare che mi sarei aspettato qualcosa di più vista la complessità di tutti gli altri aspetti del gioco. Ma forse pretendo troppo?
Meraviglie e bassifondi
Tecnicamente Humankind ci presenta una veste grafica pulita ed essenziale, che non rinuncia però a rendere il gioco accattivante tramite una palette di colori molto accesa e qualche scorcio di mappa suggestivo, come ad esempio nel caso delle meraviglie della natura su cui, sono sicuro, zoomerete di certo. Il livello di dettagli di edifici ed unità come detto è essenziale, ma in compenso troviamo delle bellissime artwork che compongono l’interfaccia di selezione di unità, edifici, e praticamente qualsiasi altra cosa. L’interfaccia, nonostante all’inizio possa mandare in confusione, risulta abbastanza chiara per il genere, anche se qualche problemino si verifica ad esempio durante le battaglie: non di rado capita di cliccare involontariamente fuori dalla zona dei combattimenti e di dover riaprire la tab dello scontro.
L’intelligenza artificiale si comporta abbastanza bene, anche se ho avuto l’impressione che nelle ultime fasi di late game tenda a divenire un po’ apatica, poco incline all’azione: è un problema devo dire che capita di riscontrare spesso nei 4x, e che qui come in altri titoli simili non appare più o meno fastidioso. Deve essere probabilmente legato alla complessità di far svolgere ad un’I.A. la miriade di attività che questi giochi richiedono di svolgere.
Sul versante bug purtroppo ne devo segnalare uno piuttosto fastidioso sul quale sono incappato cercando di giocare in multiplayer: il gioco purtroppo molte volte si inchioda alla fine di un turno, costringendo per forza a dover chiudere e riaprire la partita, cosa facile quando si sta giocando con un amico, ma piuttosto difficoltosa quando si sta giocando con dei giocatori random. Speriamo che la cosa venga fixata presto perché altrimenti giocare online risulterà molto duro.
Buona la colonna sonora, anche se non particolarmente memorabile. Un plauso al narratore: una voce davvero piacevole ed espressiva che sottolinea con efficacia i momenti salienti della partita.