- Impaler Recensione – Tortura anni ’90
Cosa vi aspettate da un gioco chiamato Impaler? Un punta e clicca basato su Vlad Tępes, personaggio storico con l’hobby di impalare il prossimo, a cui si è ispirato Bram Stoker per il suo Dracula? Non io. Io mi aspetto sangue e violenza ignorante. E sangue e violenza ignorante ho avuto. E tutto rigorsamente pixellato.
La camera delle torture
La trama di Impaler non c’è. O meglio è solo una scusa per far sì che ci sia qualcuno che spara e qualcun altro che muore. Il protagonista è un non meglio specificato “Uomo Armato”, che si ritrova prigioniero in una grande stanza di quello che apparentemente sembra essere un castello. A chiuderlo lì è stata una feroce creatura dalle sembianze di un enorme teschio, che si prefigge di torturare il nostro “Uomo Armato” lanciandogli contro orde di creature demoniache e incazzate. L’obiettivo del giocatore? Massacrare le suddette creature, utilizzando due armi, una selezionabile all’inizio della partita fra un tot di armi sbloccabili e una assegnata di default: l’IMPALER che da il nome al gioco.

Un colpo di Impaler e poi uno di lanciarazzi. Il disastro è assicurato!
Quest’ultima è in grado di generare dei pali dal pavimento capaci di infilzare qualsiasi creatura che abbia la sventura di trovarcisi sopra. Di sicuro si tratta dell’arma più soddisfacente del gioco, anche perché grazie ad essa ci si può godere delle animazioni molto carine in cui i mostri vengono impalati in maniera truculenta. Man mano che si avanza nelle ondate si raccoglie dell’oro e con questo è possibile acquistare dei potenziamenti che vengono generati in maniera random ad ogni singola run. Ogni ondata però aggiunge più elementi ostili sulla mappa, tra cui anche trappole e ostacoli che si possono fare a pezzi o aggirare.

Anche se la varietà non è molta, su Impaler bisogna affrontare tutti i tipi di nemici. Volanti, sparanti, picchianti, ecc.
Non si tratta di un gioco troppo difficile a difficoltà normale: se ve la cavate con wasd e mouse non avrete problemi ad arrivare al boss finale, ma se deciderete di giocare a hard o nightmare, allora dovrete tirare fuori tutta la vostra abilità con lo strafe e il bunny hopping. Una volta sbloccate alcuni tipi di armi è anche possibile dilettarsi in altre tecniche d’un tempo tipo il rocket jump; oltretutto atterrare dopo un salto di una certa altezza provoca un’onda d’urto che danneggia tutti i nemici circostanti, per cui le acrobazie aeree sono fortemente consigliate.
Unico grosso neo di Impaler è la varietà: purtroppo c’è un solo livello, un solo boss e anche le tipologie di nemici non è che siano poi così tante. Il divertimento dura qualche ora, e poi subentra la noia. Certo, nulla toglie che sia un gioco da poter ripescare di tanto in tanto quando si ha voglia di massacro insensato.
Recensione
- Valutazione Finale75Voto
Con la sua ignoranza ed estetica goth/metal tipica degli FPS degli anni '90, Impaler si dimostra un buon passatempo per chi ha voglia di qualche ora di sano spara, spara, senza troppi fronzoli. Purtroppo la varietà non è dalla sua ed è un gioco da spolpare in un pomeriggio, massimo qualche giorno e poi via nella libreria, fino a che non torna quella malsana voglia di massacro. Certo visto che costa 3 euro comunque, un pensierino io ce lo farei.