Mato Anomalies Recensione – Un gioco dalle mille sfaccettature

- Mato Anomalies Recensione – Un gioco dalle mille sfaccettature

Vi siete mai addormentati nel bel mezzo di un film, per risvegliarvi, poi, a pochi minuti dai titoli di coda? Chi è questa gente? Cosa vuole? E, soprattutto, di cosa diamine stanno parlando? Beh, le mie prime ore con Mato Anomalies, sviluppato da Arrowiz, mi hanno molto ricordato le penniche con risvegli improvvisi al cinema. Perché, sfido chiunque a dimostrarmi il contrario, all’inizio dell’avventura non capirete proprio un tubo della storia. Ok, certo, c’è questo detective Doe che deve indagare su una roba che è tipo una sostanza misteriosa che esiste ma non esiste (il sussidio) e queste fenditure piene di mostri che magari si nutrono delle emozioni umane (ma forse no) ma, vi prego, non chiedetemi di scendere nei particolari.

Sin dall’inizio, il gioco ci mette nel bel mezzo di conversazioni tra personaggi che sanno benissimo di cosa stanno parlando e non hanno nessuna intenzione di condividerlo con noi. Termini astrusi, riferimenti a geopolitica di finzione dati per scontato, racconti su personaggi mai visti e che non vedremo comunque mai. Ora, se da un lato l’idea di non fare il classico “gioco spiegone” che prende l’utente per mano è a suo modo stimolante, dall’altro non mancheranno i momenti in cui ci limiteremo ad avanzare nella storia senza capire esattamente il senso delle nostre azioni.



A questo si aggiungono personaggi che fanno la loro comparsa repentinamente, come calati dal cielo e vengono accolti nel nostro party senza troppi problemi. Dopo qualche ora, capiremo che l’opzione per leggere il database, di solito skippata a piè pari dal sottoscritto, è assolutamente fondamentale se vorremo comprendere qualcosa della storia. È un peccato che questa farraginosità narrativa rallenti un po’ l’esperienza, perché, per il resto, Mato Anomalies fa di tutto per risultare un prodotto piacevole e interessante. La storia viene narrata attraverso vari tipi di sequenze, dialoghi simil-visualnovel, fumetti animati, scene in computer grafica, insomma, notevole è lo sforzo fatto dagli sviluppatori per portare avanti il racconto in modo da catturare il giocatore. E c’è da dire che quando capiremo la trama (sempre a grandi linee eh, non fatevi illusioni) questa ci regalerà qualche bella soddisfazione, con un’ambientazione cinese steampunk da non sottovalutare. Se dal lato narrativo abbiamo capito che Mato Anomalies è un prodotto un po’ sui generis, almeno da quello del gameplay non ci saranno grandi sorprese, giusto? Beh non proprio. Mettetevi comodi che vi spiego cosa è esattamente il gioco di Arrowiz.

Vabbè dai, è un dungeon crawler

La maggior parte del nostro tempo la trascorreremo a parlare con i vari png in giro per la mappa nei classici dungeon pieni di nemici, con un sistema di combattimento a turni alla Persona. La prima impressione, quindi, è quella di trovarsi di fronte ad un canonico dungeon crawler, con delle fasi visual novel per far avanzare la trama e tanti combattimenti uniti ad un minimo di esplorazione e livellamento del personaggio. E possiamo dire che, parzialmente, questa impressione è corretta, con qualche distinguo che vedremo nel prossimo paragrafo della recensione. C’è da dire, però, che Mato Anomalies si distingue dalla massa anche nel seguire una formula così classica, introducendo diverse variazioni sul tema, alcune riuscite ed altre meno.

Per prima cosa, non tutti i personaggi entreranno nei dungeon per combattere, anzi, quello che dovrebbe essere il protagonista se ne starà in disparte, lasciando campo libero ad altri comprimari che faranno il “lavoro sporco”. Il nostro party vedrà presto l’aggiunta di due membri: un misterioso monaco guerriero ed una rivoluzionaria dal passato burrascoso esperta in magie curative (non saranno gli unici, ovviamente). A loro le fasi più action, mentre il protagonista si limiterà all’esplorazione della città e a raccogliere indizi. I momenti in cui controlleremo Doe saranno caratterizzati da un discreto backtracking visto che gli ambienti in cui potremo spostarci liberamente alla fine risulteranno in numero piuttosto limitato, anche se si espanderanno col proseguire della storia. Nelle città non avremo una vera e propria mappa e gli obiettivi saranno indicati con dei segnali nella parte alta dello schermo, che dovrebbero mostrarci in che direzione si trovano. C’è da dire che spesso risultano poco chiari e ci costringeranno a qualche giro a vuoto, fortunatamente le mappe non sono mai così grandi da creare confusione. Una volta entrati nel dungeon scopriremo le altre particolarità del titolo, prima fra tutte i punti ferita condivisi tra tutti i membri del party.


Mato Anomalies


Proprio così, quando subiremo dei danni i punti complessivi scenderanno indipendentemente da chi è stato colpito e se raggiungeranno lo zero sarà game over. Nessuna magia di resurrezione, nessun personaggio da proteggere con altri, ma una strategia profondamente diversa rispetto a quella alla quale siamo normalmente abituati. Altra differenza riguarda le magie e azioni speciali: non abbiamo mana o punti da spendere per usarle ma, semplicemente, dobbiamo attendere che queste si ricarichino dopo un tot di turni. Vorreste spammare una serie di magie sui nemici? Non è possibile, dovrete attendere qualche turno se vorrete riproporre lo stesso attacco (eccezion fatta per quelli base). Questo rende alcuni scontri strategicamente assai interessanti, soprattutto contro i boss, vista la necessità di tenere i colpi migliori per i momenti più opportuni, evitando di sprecarli. Molto più canonico il sistema di resistenze e debolezze che segue il tipo di arma utilizzato (taglio, contusione, perforazione… ) e che vedrà alcuni personaggi più forti di altri a seconda del nemico. In generale, le fasi nei rpg risultano riuscite, pur peccando della ripetitività tipica di un dungeon crawler. I nemici sono, comunque, sempre visibili a schermo e posizionati spesso in punti dove non possono essere evitati. In questo modo, seguendo anche solo la storia principale, arriveremo ai primi scontri impegnativi con il giusto livello per affrontarli.

Per il resto, altri aspetti delle fasi Rpg di Mato Anomalies appaiono più semplificati rispetto ai classici del genere. Abbiamo mediamente meno armi e oggetti del previsto, una crescita dei personaggi omogenea (il livello infatti sarà quello del party e non del singolo) e meno variabili a cui pensare rispetto ad un titolo Atlus a caso. C’è ancora qualche altro aspetto con cui dovremo prendere la mano, come l’equipaggiamento, che ancora una volta sarà riferito all’intera squadra e ci richiederà di mettere tessere su una scacchiera per ottenere vari effetti (più difficile da spiegare che da fare). Insomma, le fasi Rpg presenteranno qualche stranezza rispetto ad altri titoli ma complessivamente risulteranno abbastanza semplici da poter essere affrontate da tutti. Questo perché Mato Anomalies propone anche un’altra anima inaspettata.

Oppure è un card game?

Se pensate che la vita di Doe sia tutta passeggiate per la mappa e chiacchiere con i png, vi sbagliate di grosso. Di tanto in tanto, infatti, saremo chiamati a operare un vero e proprio hacking mentale, infiltrandoci della testa dei nostri antagonisti per piegarne la volontà o ottenere informazioni. Queste fasi si risolvono in un vero e proprio card game che, seppur limitato nella frequenza rispetto ai dungeon, finisce ben presto per essere parte importante dell’esperienza.

Assimilare le regole di questo minigioco ci richiederà un po’ di tempo e qualche tentativo a vuoto, visto che non tutte le spiegazioni saranno inizialmente chiare. Fondamentalmente, avremo accesso a mazzi predefiniti di carte che potremo alternare e ampliare durante la storia. Ci sono carte che attaccano il nemico e altre che hanno funzioni difensive. Il primo che riesce ad azzerare i punti vita dell’altro vince la partita.



Sembra facile, giusto? Il problema è che il nostro antagonista sarà adiuvato da alcuni demoni che produrranno tutta una serie di effetti e modificatori. Alcuni renderanno nullo il nostro primo attacco del turno, altri ci leveranno punti ferita o carte e così via. E che problema c’è, penserete voi, mi libero dei demoni e poi attacco il nemico. Purtroppo, però, mettere KO un demone significherà solo renderlo inattivo qualche turno, successivamente lo vedremo tornare in partita forte come prima.

Questo fa sì che alcuni scontri ci vedranno partire in condizioni di sensibile svantaggio e ci costringeranno a ponderare bene le nostre mosse. Dopo tre sconfitte consecutive potremo saltare lo scontro, si tratta di una scelta che evita possibili frustrazioni ma che, forse, è dovuta anche a una scarsa sicurezza degli sviluppatori in queste fasi. Insomma, pare trasparire l’idea che forse il bilanciamento di alcuni momenti non sia stato particolarmente ben gestito e per evitare colli di bottiglia ci viene consentito di skippare alcuni momenti di possibile difficoltà. In realtà, il consiglio è quello di non farsi ingolosire dall’opzione per saltare queste fasi e di riprovare. Riuscire a superare uno scontro prima impossibile, cambiando strategia e magari mazzo, regala soddisfazioni non da poco.

Tutte le anomalie di un gioco imperfetto

Abbiamo visto che la struttura ludica di Mato Anomalies è piuttosto peculiare, fondendo insieme diversi generi e cercando di amalgamarli. Purtroppo questo suo essere “multievento” fa sì che le singole anime del titolo, pur essendo piacevoli, risultino a volte un po’ superficiali. Prendiamo la parte Rpg. I dungeon sono realizzati in maniera piuttosto semplice, ricordando quelli di Persona 4, con qualche minima variante e pochi segreti da scovare. Anche i nemici sono in numero esiguo, sia come scontri che come varietà e tendono a ripetersi all’interno dello stesso capitolo, salvo poi variare nel successivo. È vero che la ripetitività è insita in questo genere ma, solitamente, viene smorzata dalla gran quantità di antagonisti diversi, armi da collezionare e segreti.

Qui, invece, è tutto piuttosto risicato e lineare ed è un peccato, perché il sistema di combattimento, invece, richiede un pizzico di strategia in più e rende anche gli scontri semplici non così banali. Stessi limiti per la parte card game, che propone anche meccaniche interessanti e un livello di sfida non banale.


Mato Anomalies


Peccato, però, che questi momenti sono troppo pochi per impratichirsi e che non sempre il gioco sia trasparente e chiaro nelle meccaniche. Capiterà di morire qualche volta prima di capire che i nostri attacchi sono resi inutili da quel determinato demone e come procedere. La scelta di potersi arrendere alla terza sconfitta è un po’ il segno di come gli sviluppatori abbiano capito i limiti di queste parti e di come, forse, non ci abbiano creduto abbastanza.

Insomma, l’impressione è che nel tentativo di mettere insieme troppe anime Mato Anomalies si sia dimenticato cosa voleva realmente essere. È un peccato perché sotto questa scorza pasticciata c’è una passione palpabile messa dal team, momenti di grande soddisfazione e qualche scontro che vi rimarrà impresso anche a console spenta. Quanti, però, avranno la pazienza di passare sopra questi limiti, di capire che di fronte abbiamo, comunque, un gioco piccolo che forse ha voluto fare un passo in più del dovuto?

uarda ‘o Mato quant’è bello

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico c’è da fare una precisazione, il gioco è uscito su praticamente ogni piattaforma ed è stato provato qui su Nintendo Switch. Sulla console ibrida il titolo si difende abbastanza bene, sia docked che in portabilità, con giusto qualche piccola sbavatura. Il frame rate è stabile anche se ci sono momenti in cui il gioco si ferma giusto un secondo, soprattutto quando si chiude un menù o si passa in determinati ambienti; è una pausa appena percettibile ma che ad alcuni potrebbe dare fastidio.

Per il resto, il colpo d’occhio non è certamente brutto (specialmente in portabilità) : i dungeon sono molto semplici così come i nemici, mentre alcuni quartieri della città appaiono ben dettagliati e con effetti anche pregevoli. Per quanto riguarda le cut scene c’è da dire che paiono essere state realizzate da team diversi vista l’incredibile differenza tra fasi a fumetto e visual novel (ben fatte) e animazioni in cg appena sufficienti. Purtroppo i caricamenti sono frequenti e non così rapidi e potrebbero venire a noia dopo poco tempo.


Mato Anomalies


Bene le musiche, che si lasciano ascoltare piacevolmente ed hanno un sapore di antica Cina, perfetto per l’ambientazione steam punk del gioco. Il doppiaggio è sporadico ed è in inglese/cinese/giapponese ma tutti i testi sono tradotti nella nostra bella lingua e vi assicuro che da leggere ce n’è in abbondanza. Visto il carattere piuttosto criptico della trama e di certi dialoghi, la localizzazione aiuta non poco ad evitare di rimanere completamente persi. Bene la longevità con una storia lunga divisa in più capitoli e diverse sub quest sorprendentemente interessanti da affrontare, per livellare il team senza annoiarsi.

Recensione
  • Valutazione Finale
    74Voto

    Sarebbe facile demolire Mato Anomalies per tutte le sue ingenuità, per una trama oscura che procede a strattoni, fasi dungeon crawler semplificate, momenti da card game "vorrei ma non posso" e tutte le altre criticità che ho elencato in recensione.
    Ma ritengo che sarebbe profondamente sbagliato, perché il gioco, pur essendo "sporco", ha un'anima, un coraggio, una scintilla che potrebbe far innamorare il giocatore, così come lasciarlo completamente indifferente. Per chi vorrà passare sopra ad un prodotto non pienamente rifinito, ci sarà tanto da giocare e alcuni momenti saranno di assoluto livello. Per tutti gli altri, i perfezionisti e i poco pazienti, si tratta, invece, di un acquisto da valutare con profonda attenzione.

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