Ci sono vari modi di definire il concetto di perplessità. Uno di questi, di sicuro, è OCO. Ma con i quadratini saltellanti.
Puzzle platform?
OCO, distribuito da Marvelous Europe e sviluppato da SPECTRUM48 si presenta come un platform mostrando però elementi più tipici al genere dei puzzle game – specificatamente, quelli che brasano i cosiddetti come si poteva solo nell’era della leggenda a 8 bit.
Il gioco consiste nell’affrontare livelli monoschermata in cui prenderemo il controllo di un anonimo e omonimo quadratino. Scopo del gioco è quello di raccogliere altri quadratini presenti nell’area sfruttando la rotazione continua della piattaforma di partenza senza cadere dalla piattaforma medesima, far scadere il tempo (solo in alcuni livelli), o schiantarsi contro pareti che ci fanno esplodere in minuscole particelle peggio di quando andava male a Mega Man. L’unico modo in cui potremo controllare il quadratino maledetto sarà tramite la funzione di salto: un’ulteriore vaghezza di controllo si avrà sfruttando la rotazione della piattaforma, la quale cambierà “senso di marcia” ogni volta in cui toccheremo una parete.
Giramenti di quadratini
OCO cerca di pepare il proprio gameplay con piccole “variazioni sul tema” di zompi e rotazioni: si aggiungono in fatti piattaforme che fanno rimbalzare molto in alto in quadratino, o ancora sezioni che ne causano una forte accelerazione: sfruttare sapientemente queste caratteristiche del “terreno” sarà fondamentale per superare i livelli più complessi.
La struttura di gioco, che ne tradisce le origini mobile, vede gli stage raggruppati in vari “mondi”, sbloccabili spendendo i punti ottenuti dal superamento dei livelli precedenti: completare il livello col numero di mosse “perfetto”, o con un tempo inferiore o uguale a quello indicato, ci permetterà di ottenere più punti per sbloccare gli unlockables in maniera più celere.
Oltre alla modalità standard, si aggiunge un ricco editor di livelli, con la possibilità di accedere al goziliardo di stage prodotti dalla comunità – e la longevità ringrazia, posto che non rimaniate accecati dai colori orribili dei fondali dopo un quarto d’ora di gioco. Completano il quadro anche la modalità tipo “time attack”, sfide giornaliere e challenges varie contro i giocatori top ai quattro angoli del globo.
A prescindere dalla modalità, quello che subito colpisce di OCO è la difficoltà a reggere sessioni più lunghe di 30 minuti: a differenza della fruibilità su dispositivi mobile/smart, ideati e ideali per sessioni molto brevi, piazzarsi davanti a un PC a fissare giramenti vari e colori scelti male non giova assolutamente al fattore entertainment, complice una curva dell’apprendimento più fastidiosa che realmente ripida e una forte sensazione di già visto dopo le prime battute – tutti elementi che limitano un po’ una longevità virtualmente abnorme (ma comunque, di default, più che buona).
Giramenti di un po’ di tutto
Il comparto tecnico di OCO parte da una struttura molto solida – e ci mancherebbe, vista la scelta di design superminimal che potrebbe girare anche su Atari in legno. L’estetica lascia francamente qualche perplessità, non tanto per la direzione “artistica” in sé, quanto per le scelte cromatiche: dovendoci giocare su di uno schermo da grande a discretamente grande, il dover fissare fondali giallo senape/rosa shocking/viola brutting è un’idea che definire discutibile costituisce un trattamento di favore.
Discorso a parte per il sonoro: segnata tra le features come “colonna sonora generata proceduralmente”, la soundtrack di OCO consta di una serie di peti a tema con i rimbalzini del venerato quadratino nell’area di gioco, per un mix che riesce a unire bruttezza e fastidio come pochi.
- Sistema Operativo:
Windows 10
- Processore:
Intel i5 1.8Ghz
- RAM:
4 GB
- Scheda Grafica:
512Mb
- Spazio su disco:
200 MB
- Valutazione Finale53Voto
OCO è un puzzle game esteticamente e soprattutto uditivamente catastrofico che si basa però su una meccanica di per sé abbastanza sagace. A nostro avviso, tuttavia, il gameplay da PC non risulta così forte da passar sopra alle oggettive difficoltà visive nel poter reggere a una partita medio-lunga dallo schermo di un computer: pertanto, non finisce nella nostra lista dei consigliati a meno che non siate particolarmente fomentati dai puzzle sperimentali.