“Allora iniziamo questa riunione andando diretti al punto, ci serve un’idea per il nostro prossimo gioco di ruolo, una storia forte che faccia presa sul giocatore. Come dici? Un nobile guerriero che deve lottare per difendere il suo Paese da un usurpatore? Beh si, mettiamolo tra i forse. Altre idee? Una cacciatrice semi-umana alla ricerca di mostri leggendari? Certo, pare un personaggio abbastanza carismatico. Altrimenti? Una storia di vendetta? Un prigioniero accusato ingiustamente che deve vendicarsi e riscattare il suo onore? Beh le storie di vendetta fanno sempre presa sul pubblico. Tu, invece, tu che stai in silenzio dall’inizio, qualche idea? Eh? Tutto? In che senso tutto? Mettere tutti i personaggi insieme, dici? GENIO! Signori, abbiamo il nuovo Jrpg, aggiungete qualche personaggio esperto in magia che non deve mai mancare e si va in produzione! ”
Dubito fortemente che le cose in Square Enix siano andate proprio così al momento dell’ideazione di Octopath Traveler ma, come si dice, sognare non costa nulla. Quel che conta è che il seguito di uno dei primi titoli annunciati con Nintendo Switch, ormai più di 6 anni fa, è finalmente giunto sulle nostre console, stavolta anche della famiglia Playstation. Seguendo le orme del predecessore, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad otto trame differenti che andranno a sovrapporsi secondo l’ordine che preferiamo. Potremo scegliere da quale storia partire e, dopo l’immancabile viaggio del protagonista, (mai che decida di restare a casa sua) ci sposteremo lungo la mappa, dove potremo raggiungere l’inizio delle altre narrazioni o proseguire storie già iniziate. Si tratta di un sistema alla fine molto semplice ma che permette di portare avanti tutti i personaggi come se fossero il protagonista, senza eccessivi salti temporali e con una coesione di fondo molto soddisfacente. Rispetto al primo capitolo, ogni nuova storia viene ora introdotta da un segmento molto più corto e veloce che ci permette di muoverci liberi sulla mappa di gioco già dopo pochi minuti dall’inizio. La sensazione generale è che gli sviluppatori abbiano voluto snellire un po’ la narrazione, rendere più veloci gli spostamenti sulla mappa e, in generale, richiederci un filo meno di grinding. Si tratta di novità assolutamente benvenute, visto che vanno ad incidere sugli aspetti più deboli del gioco originale.
Scambierebbe il suo Rpg con otto dei nostri?
Come saprete, il punto di forza di Octopath Traveler è la possibilità di portare avanti contemporaneamente ben otto storie che si intersecano nel mondo di gioco. Possiamo decidere da quale partire, chi sarà il nostro protagonista ideale e, poi, recuperare, lungo la nostra strada, tutti gli altri personaggi, seguendo l’ordine della narrazione che preferiamo. Il livello richiesto (o meglio suggerito) per affrontare un determinato segmento sarà l’unico limite che ci verrà imposto permettendoci, per il resto, di vivere una avventura su misura per noi. Approfondire e portare a termine tutte le trame ci richiederà un notevole impegno e già dopo poche ore la mappa sarà ricca di possibili obiettivi. Meglio dedicarci al secondo capitolo del nostro eroe o recuperare prima tutti i personaggi? La scelta spetta a noi. Imbastire un gioco con così tante storie si porta dietro, però, qualche problema inevitabile.
Il party diventerà presto sin troppo popolato e far avanzare in modo uniforme un po’ tutti i membri non è operazione da poco (e in realtà un filo tediosa). Allo stesso modo l’impressione generale che ci porteremo dietro per tutta la partita sarà quella di giocare 8 diversi piccoli Rpg piuttosto che uno solo. I protagonisti, infatti, interagiscono tra loro in maniera assai sporadica, con poche scenette e scambi di battute. Quando affronteremo i segmenti di storia di un determinato personaggio, infatti, gli altri spariranno dalla narrazione per gran parte del tempo e faranno capolino giusto nei dungeon o negli scontri con i boss. Insomma, siamo di fronte ad una sorta di jrpg “car sharing style” : facciamo il viaggio insieme, dividiamo le spese e scambiamo quattro chiacchiere ma, in definitiva, ognuno si fa i fatti suoi e alla fine tutti a casa propria e arrivederci. Questo fa sì che, pur potendo affezionarci a determinati personaggi (se non a tutti) gran parte della narrazione procederà a compartimenti stagni, con un effetto finale un po’ straniante. Ogni tanto faranno capolino specifici capitoli che chiamano in ballo più protagonisti, ma per la maggior parte del tempo ci troveremo di fronte a storie singole. Per fortuna, le trame sono tutte sufficientemente interessanti e, soprattutto, Octopath Traveler vince a mani basse in altri ambiti, come quando si tratta di menare le mani. Perché il sistema di combattimento, come nel primo episodio, funziona davvero alla grande.
Bravely Octopath Default
In Square Enix ormai hanno capito che il sistema di combattimento a turni introdotto con Bravely Default è forse uno dei migliori e più versatili mai prodotti e non mancano occasione per ricordarlo anche a noi. Alla fine, anche gli scontri di Octopath Traveler seguono una meccanica similare, basandosi su due regole principali. Ogni nemico ha un determinato numero di scudi che potremo distruggere colpendolo con l’arma o la magia rispetto alla quale è debole. Una volta distrutti questi scudi, il nostro antagonista rimarrà per un turno completamente inerme e in balia dei nostri attacchi, senza poter rispondere. Ed è in questo momento che potremo sfruttare la seconda regola. Ogni personaggio colleziona un’azione aggiuntiva ogni turno, fino a un massimo di quattro, e può utilizzare le azioni in eccesso in qualunque momento. Potremo, così, attaccare ripetutamente una debolezza del nemico per paralizzarlo al momento opportuno, oppure attendere e scatenare la nostra furia proprio mentre sta caricando un attacco particolarmente potente, eliminandone così l’effetto.
Le possibilità sono molteplici e già dopo poche ore saremo in grado di pianificare strategie di tutto rispetto, necessarie per avere la meglio sugli agguerriti boss. Non manca, poi, tutta una serie di abilità speciali che rendono i combattimenti ancora più profondi. Volete qualcosa tipo le limit break di final fantasy 7, i colpi super mega speciali che si ricaricano col tempo? Le abbiamo! Solo che anziché limitarsi ad un attacco particolarmente potente, avremo tutta una serie di azioni speciali, diverse da personaggio a personaggio, alcune prettamente difensive, altre che incidono sulle statistiche, altre che aumentano la nostra capacità offensiva. Volete abilità e magie da lanciare con gli immancabili PA? (che altro non sono se non PM mascherati). Che ve lo dico a fare, ci sono ed in gran quantità! Octopath Traveler è solo apparentemente un jrpg semplice, ma sotto un’immagine da dragon quest for dummies nasconde una insospettabile quantità di fattori da considerare e possibilità di personalizzazione del party. Gli amanti degli Rpg troveranno pane per i loro denti e vedranno premiati i loro sforzi, per gli altri c’è solo un modo per superare gli scontri più ostici. Livellare. Livellare come se non ci fosse un domani.
Quest for glory?
Per quanto concerne le attività collaterali, il titolo Square Enix è forse meno ricco di alcune sue controparti. Nelle varie città troveremo ad attenderci sporadiche sub questo, invero spesso piuttosto criptiche nella loro soluzione. Questo perché ogni personaggio potrà performare nelle città due diversi tipi di azione speciale, una per il giorno e una per la notte. Ci sarà chi sfiderà i png a duello per acquisire abilità aggiuntive, chi potrà addormentare la gente a suo piacimento, chi derubarla e così via. Spesso la risoluzione di alcune subquest passa proprio attraverso il ricorso a questo tipo di azione, piuttosto che all’esplorazione nuda e cruda. Se, da una parte, ciò permette di dar vita a qualche missione oggettivamente più stimolante del solito, dall’altro potrà capitare di non realizzare subito cosa il gioco voglia e, complice la vastità del mondo, tanti compiti opzionali finiranno presto nel dimenticatoio.
Oltre a queste missioni, l’esplorazione paga soprattutto in termini di armi aggiuntive e denaro extra con qualche segreto ben celato nei dungeon (comunque sempre piuttosto lineari). Alcuni compiti opzionali ci permetteranno di accedere alle classi aggiuntive per ibridare i vari personaggi e creare così il guerriero-speziale “fine di mondo” che abbiamo sempre desiderato. Insomma, tirare dritto per dritto verso ogni step della storia non paga, come in tutti i gdr, ma in questo caso non ci sarà neppure così tanto materiale extra per perdersi nel mondo di gioco senza una meta ben precisa. La possibilità sin da subito di attivare un viaggio rapido tra le città già visitate dimostra ancora una volta la volontà del gioco di essere quanto più diretto possibile, senza appesantimenti eccessivi. Anche perché la struttura a capitoli prevede un deciso backtracking e capiterà spesso di dover visitare più volte le stesse ambientazioni, man mano che si sbloccheranno i capitoli successivi dei nostri eroi. Prima di chiudere, non possiamo tralasciare l’aspetto tecnico, l’altro fiore all’occhiello della produzione.
Pixel art di classe
Il particolare stile grafico di Octopath Traveler (una sorta di pixel art HD, non so descriverla meglio di così, guardate le foto) ha riscosso diversi consensi sin dal primo episodio, tanto da essere, poi, riutilizzato per altre produzioni Square Enix, come Triangle Strategy e il remake di Live-a-live. In questa seconda iterazione, il tutto appare ancor più rifinito, grazie all’utilizzo massiccio di effetti, sfocature, giochi di luce vari che rendono molte ambientazioni bellissime da vedere nella loro semplicità. Il titolo arriva per la prima volta su Playstation 5 e, nonostante si tratti di un gioco che non spreme minimamente l’hardware next gen (ormai dovremmo dire current gen ma non mi sono ancora abituato), il colpo d’occhio generale è di sicuro impatto. Promozione su tutta la linea per quanto riguarda le fasi di esplorazione e le città (davvero piccoli gioielli in molti casi) con qualche riserva, invece, nei combattimenti, dove i boss in particolare, rappresentati con nemici dai pixel giganti, non è che siano sempre questo splendore da vedere. Si tratta di piccole imperfezioni in un comparto altrimenti quasi inattaccabile, uno dei massimi esponenti del 2d moderno che mi sento comunque di premiare ampiamente nel complesso. Per quanto riguarda le musiche, avremo tantissimi temi che si adatteranno ai vari personaggi e situazioni, discretamente vari e spesso evocativi, nel miglior stile Square Enix.
La colonna sonora è veramente ampissima e ogni singolo personaggio o ambientazione ha il suo bel tema ad hoc. Questa varietà di pezzi farà sì che le musiche non vengano mai a noia anche dopo diverse ore e il sottofondo di certi scontri rimarrà a lungo nella vostra testa (in senso comunque positivo). Il doppiaggio, in inglese o giapponese, è limitato ad alcuni momenti salienti della storia e praticamente assente nell’esplorazione libera di città e dungeon. Tutti i testi sono, invece, tradotti anche nella nostra amata lingua, con un buon adattamento. Rispetto ad altri Jrpg, qui c’è forse meno da leggere, complice uno stile più asciutto e diretto, ma non mancheranno momenti di narrazione più profonda per chi vorrà scavare e cercare più a fondo. Personalmente, ho gradito la scelta degli sviluppatori di realizzare un Jrpg che mirasse dritto al punto, senza eccessive lungaggini e con storie che raggiungono velocemente il loro climax. Con otto diversi protagonisti, ognuno con una trama sufficientemente sviluppata, si tratta della decisione migliore possibile, per evitare di annoiare il giocatore con una narrazione troppo lenta. Non preoccupatevi, comunque, per la longevità del titolo che saprà regalarvi contenuti a sufficienza per il genere al quale appartiene, senza strafare.
- Valutazione Finale87Voto
Octopath Traveler 2 migliora in tutto e per tutto il già buon predecessore, rendendolo più dinamico, veloce e asciutto, senza rinunciare comunque a una profondità di fondo non indifferente. Si tratta di un Jrpg soprattutto per gli appassionati del genere e chi voglia dedicare più tempo alla crescita dei personaggi che alla visione delle cutscene o ai dialoghi. Il sistema a otto storie, pur con i suoi limiti, funziona meglio che in passato e regala trame meno sviluppate di un classico Rpg, ma non per questo banali. Chiude il quadro un comparto tecnico solidissimo che convince anche su next gen e regala ottimi scorci e una bellissima pixel art. Chi dai gdr cerca soprattutto spettacolo e cinematografia potrebbe rimanere deluso da un titolo un filo troppo scarno in questi elementi, per tutti gli altri un gioco assolutamente consigliato e da provare.