Nel mare di giochi presenti su Steam c’è un genere che sta prendendo sempre più piede, prolifico come un granchio nelle fredde coste della Norvegia, fresco come il tonno del migliore sushi bar (astenersi all you can eat). Stiamo parlando, ovviamente, del genere roguelite. Quante scuse ci hanno ormai proposto per morire un godziliardo di volte e progredire un millimetro per run, lungo l’immancabile mappa procedurale? Abbiamo esplorato catacombe, prigioni, fortezze, regni celesti, veri e propri inferni prolifici di nemici e trappole. Beh, signori, tocca farlo ancora una volta, allacciate le cinture perché si parte per un nuovo viaggio. Anzi, in questo caso, più che le cinture fareste meglio a badare al vostro salvagente, perché Ship of Fools, il gioco sviluppato da Fika Productions (non fate quei sorrisetti, vi ho visto) ci metterà a bordo di una piccola imbarcazione pronta a salpare verso mari lontani. Saranno mari tranquilli, fatti di amichevoli pesciolini colorati, delfini sorridenti e tanto sole e allegria? Ma ovviamente no, come vi salta in testa? Saranno mari brulicanti di schifose creature nemiche, pronte ad affondare la nostra barca per il solo gusto di farlo. La storia è giusto un pretesto per farci salpare e iniziare ad esplorare il mare circostante, potete tranquillamente skipparla anche se risulta così poco invasiva da non creare fastidio nemmeno nei meno propensi alla lettura. Tanto sappiamo che quelle linee di testo altro non sono se non il preludio all’ennesima crociera che, realisticamente, si concluderà con un pirotecnico naufragio. Beh poco male, tanto, come da tradizione del genere, più si muore e più si diventa forti.
Overcooked in salsa roguelite
Il primo impatto col gameplay di Ship of Fools è quello di una sorta di Overcooked incentrato sul combattimento. Mi rendo conto che si tratta di una definizione piuttosto criptica ma pad alla mano la sensazione è proprio quella: un gioco fortemente incentrato sulla collaborazione tra giocatori, dove la coordinazione risulta fondamentale per superare i livelli più ostici. Di fatto possiamo affrontare l’intera avventura anche come navigatori solitari ma è evidente, sin dalle prime battute, come avere un compagno umano (specialmente seduto a fianco) aumenti esponenzialmente il divertimento. Mentre il movimento di crociera è assolutamente automatizzato, spetta a noi utilizzare le varie armi della barca, ricaricarle al momento giusto, spostarle a babordo o a tribordo (che invidiabile padronanza del lessico nautico eh?), arpionare i tesori galleggianti e dare qualche sana mazzata ai nemici che proveranno a intrufolarsi. L’azione è sin da subito piuttosto movimentata, con i nemici in numero discretamente soverchiante già dopo pochi livelli. Normale, tenendo presente che in questo genere di giochi il divertimento sale di pari passo col livello di caos a schermo. E qui i momenti di relativa tranquillità saranno veramente pochi. I comandi sono piuttosto semplici e, pad alla mano, non ci vorrà molto per impratichirsi e ottenere buoni risultati. Insomma, un motivo in più per condividere l’esperienza anche con l’amico non particolarmente portato per i videogiochi, con un approccio del titolo quasi da party game. Se, invece, non avete nessuno con cui giocare o, semplicemente, preferite una esperienza single player, potrete comunque divertirvi, a patto di accettare qualche necessaria limitazione. Alcuni momenti, in particolare, risultano sin troppo punitivi per il giocatore singolo, con qualche morte che, soprattutto nelle prime partite, risulterà di fatto inevitabile. Per far fronte a questo limite, Ship of Fools si affida ad un sistema di crescita del personaggio piuttosto generoso, che permette una buona progressione anche nelle run meno performanti.
Un mare di sorprese
Il successo di un roguelite è legato a molti fattori, in primis la crescita del personaggio e la progressione. Per ogni nostra traversata riceveremo non solo tutti i tesori che riusciremo ad arpionare, ma anche dei bonus legati alla nostra performance generale. Questi bonus potranno essere, poi, spesi per migliorare il nostro personaggio o le dotazioni belliche della nave e riuscire, così, a progredire un passo alla volta verso il nemico finale. Particolarmente importante sarà, poi, lo studio della rotta migliore, da decidere una casella alla volta sulla mappa procedurale che ci verrà data. All’inizio, come sempre succede nei roguelite, non capiremo assolutamente nulla di quello che rappresentano i vari simboli ma già dopo poche run saremo diventati dei provetti cartografi e potremo affrontare ogni viaggio con la giusta perizia. Meglio raccogliere qualche tesoro o spendere monete in un negozio? Meglio affrontare nemici o recuperare materiale per riparare la barca? La scelta potrà fare la differenza tra una run perfetta e un naufragio disastroso, tenendo presente che, come da regola, l’elemento fortuna giocherà un ruolo predominante. Ogni viaggio troverà poi ad attenderci l’immancabile boss finale, grande e cattivo come tradizione vuole, pronto a distruggere la nostra imbarcazione tutt’altro che inaffondabile. In questo titolo, infatti, la barra dell’energia non è legata al personaggio (che di fatto non può morire) ma alla nostra barca, vero obiettivo dei nemici che ci attaccheranno. Fortunatamente, potremo ripararla con delle assi da repecuperare in mare o su qualche isola, proteggerla con degli scudi e migliorarla in vario modo, anche permanentemente. Insomma, oltre ad una serie di meccaniche di combattimento riuscite, il gioco propone anche una buona profondità strategica per mantenere vivo l’interesse a lungo.
Guarda il mare quanto è bello
Tecnicamente Ship of Fools non manca il bersaglio e propone uno stile fumettoso molto particolare, bello da vedere e chiaro nella lettura anche delle situazioni più concitate. Ho potuto notare giusto qualche sporadico rallentamento ed una lunghezza forse eccessiva dei caricamenti ad inizio viaggio, di fatto gli unici difetti riscontrabili dal punto di vista tecnico. Anche le musiche marinaresche fanno egregiamente il loro lavoro e ci accompagnano piacevolmente tra le onde senza risultare troppo monotone. Il gioco prevede la scelta tra una pletora di lingue e si, c’è anche l’italiano. Nessun doppiaggio invece per i vari personaggi che si esprimeranno col classico linguaggio fatto di grugniti e suoni assortiti, tanto caro alla Nintendo. Per quanto concerne la longevità siamo certamente su buoni livelli, tenuto conto che oltre alla classica quantità di ore necessaria per terminare la storia, potremo sempre decidere di affrontare qualche traversata con l’amico di turno, per il solo gusto di farlo. Mai come questo caso, infatti, conta più io viaggio della meta.
- Valutazione Finale89Voto
Se siete appassionati di Monster Hunter non ci sono ragioni per non prendere anche questo titolo, che risulta ancor più bilanciato dei precedenti e non rinuncia a quella profondità e difficoltà tipiche della serie. Non tutte le modifiche potranno essere di vostro gradimento ma sono, comunque, inserite nel gameplay in modo sapiente e omogeneo.
Per i nuovi arrivati, i curiosi, quelli che hanno provato i vecchi titoli senza che scattasse la scintilla, l'occasione è d'oro. Siamo di fronte al Monster Hunter più "accogliente" di tutti ed un punto di partenza ideale per i nuovi cacciatori. Non è un gioco per tutti, ovviamente, e molti potrebbero trovarlo ancora indigesto. M, a se le sfide non vi spaventano, forse è giunto il momento di provare la serie Capcom e capire perché è così popolare. Ci vediamo a Kamura, cacciatori!