Starship Troopers: Terran Command Recensione – Un riuscito RTT “hollywoodiano”

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Chi si ricorda Klendathu? E di Rico? E degli Aracnidi?
Se non sapete di che parlo prendete e andate a recuperare immediatamente quel capolavoro dei B-Movie del 1997 chiamato Starship Troopers. Non ve ne pentirete. O forse, sì, ma in quel caso potrete anche fare a meno di leggere questa recensione perché sarà sicuro che questo gioco non vi piacerà.
Perché Starship Troopers: Terran Command, sviluppato da The Aristocrats, è completamente basato su quel film e ne riprendere tutto: l’estetica, la sceneggiatura sorpra le righe e la satira anti-fascista.
Allora?
Siete andati a vedervi il film? No? E va bene maledette scimmie! Visto che volete fare i pigri schifosi ora vi illustrerò di che cosa stiamo parlando in modo da non sprecare il mio fiato inutilmente.

Il servizio garantisce la cittadinanza

La storia di Starship Troopers è ambientata nel 23° secolo. L’umanità è tutta riunita sotto un’ unica federazione il cui governo è basato sul militarismo e l’unico modo per ottenere la cittadinanza è quello di aver svolto il Servizio Federale per almeno due anni. Per la maggior parte delle persone questo si traduce in due anni da trascorrere in forza alla Fanteria Mobile e di conseguenza allo scontrarsi con gli Aracnidi.
Questi sono una razza di creature insettoidi giganti altamente ostili, la cui presenza su vari pianeti fa intendere che siano anch’essi in grado di colonizzare i mondi. Inevitabilmente le due razze finiscono per giungere allo scontro, cosa che viene sfruttata dalla Federazione per dare il via ad una intensa campagna militare farcita di propaganda del tipo: “I più belli dello spazio siamo noi”.

Starship Troopers: Terran Command

Le varie cutscene del gioco sono realizzate in uno stile graphic novel decisamente azzeccato


L’Alto comando terrestre da dunque il via all’invasione di Klendathu, il pianeta natale degli insetti, con la convinzione di poterli sterminare facilmente.
Purtroppo per loro peró gli insetti si rivelano essere molto più organizzati e letali del previsto e il primo atterraggio sul pianeta si trasforma in un vero e proprio bagno di sangue. Ma la Federazione non conosce la resa e nonostante la clamorosa sconfitta i tentativi di conquista del pianeta vanno avanti. Ma se la guerra per Klendathu viene narrata nei film,  Starship Troopers: Terran Command porta invece su Kwalasha, un pianeta minerario ritenuto fondamentale per lo sforzo bellico terrestre in quanto ricco di minerali. Il via vai di umani però non è sfuggito agli insetti che ora stanno invadendo il pianeta. A contrastare la loro avanzata viene inviata una divisione della Fanteria Mobile di cui il giocatore dovrà assumere il comando.

Una guerra in solitaria

Su Kwalasha sono ambientate tutte le 21 missioni che compongono la campagna principale del gioco, è che si può tranquillamente dire costituisca praticamente tutto ciò che Starship Troopers: Terran Command ha da offrire. Non esistono infatti modalità online, ne competitive ne cooperative: l’unica altra modalità di gioco permette di giocare solo delle classiche “skirmish” in degli scenari prestabiliti. Ci troviamo pertanto di fronte ad RTT alquanto atipico, focalizzato solo sul single player. Una scelta alquanto coraggiosa al giorno d’oggi, ma che spinge inevitabilmente a pensare a cosa sarebbe potuto essere con una modalità cooperativa ad esempio, o se avesse dato la possibilità di poter giocare come gli Aracnidi. Quello sarebbe stato davvero una cosa fighissima.
Per puntarci tutto allora c’è da pensare che gli sviluppatori abbiano cercato di rendere questa campagna davvero memorabile. Eeee in effetti ci hanno provato, con risultati però altalenanti, causa una curva di difficoltà decisamente “bizzarra”. Nella prima parte del gioco tutto è facile, fin troppo. Anche scegliendo la difficoltà più alta, e cioè con le vostre truppe che infliggono la metà dei danni normali, vi ritroverete ad avanzare senza troppi problemi schiacciando insetti sotto i vostri stivaloni da fante. Poi all’improvviso, circa a metà campagna, BAM, iniziano le mazzate.

Starship Troopers: Terran Command

La campagna propone varie missioni che ricordano da vicino gli eventi del film e in particolare i suoi spezzoni più amati


Oh è chiaro che non si tratta di nulla di impossibile, soprattutto se uno ha già esperienza con gli RTT, ma non nego che qualche goccia di sudore ha imperlato la mia fronte durante più di una missione e non solo a causa del caldo di questi giorni. In quanto a trama e scrittura invece non ho nulla di ridire. E non perché siano qualcosa di epico, ma per l’esatto contrario: la scrittura di questo gioco è una vera cafonata anni ’90, che riesce a rendere in maniera efficace la stessa ostentata cialtroneria del film.
Senz’altro aiuta l’utilizzo di elementi e frasi riprese direttamente dalla pellicola, (su tutte le celebri “Would you like to know more?” e  “Come on you apes, you wanna live forever?), ma c’è anche una buona dose di fantasia nello sfruttare gli elementi dell’universo narrativo di Starship Troopers. Una delle missioni che mi è rimasta più impressa in questo senso è sicuramente quella in cui bisogna trattenere un’orda di insetti dall’invadere un insediamento… il tutto per non interrompere la condanna a morte di un dissidente che doveva venire trasmessa in diretta tv. Splendido.

No. Quello con la stella non è un generale che va tratto in salvo dal campo da battaglia, ma un condannato a morte che va protetto perché deve morire solo per mano omologata Federale.


Il carattere perciò non manca a questo gioco, anche se tutti questi elementi, compresa la natura estremamente e volutamente rétro dei menù, rischia di essere intrepretata come trascuratezza dai più giovincelli che magari non hanno visto il film o non hanno idea di come fossero fatti i videogames negli anni 90′. Anche qui una scelta coraggiosa da parte di The Aristocrats che non è scesa a compromessi con la propria visione del gioco.

“Sei sulla mia linea di tiro!”

Ignoranza e sex appeal ci sono. Ma la strategia? C’è anche quella. Anche qui il gioco si presenta con una struttura poco usata negli strategici moderni: quella dell’RTT di cui presenta tutti gli elementi tipici.
Innanzitutto la gestione della base è al minimo, con solo una manciata di edifici costruibili e posizionabili esclusivamente su zone prestabilite, e poi c’è la totale mancanza di un’economia. Nella maggior parte delle missioni il numero di truppe disponibili è stabilito principalmente dal raggiungimento dei vari obiettivi sparsi sulla mappa o sulla conquista di determinate zone. Se non c’è una base da gestire allora che bisogna fare? Semplice. Comandare.
Tutto il gameplay ruota principalmente sull’impiego delle truppe negli scenari in modo da sfruttare in maniera ottimale le peculiarità del terreno: tutto insomma ruota intorno al posizionamento, in maniera simile a quel che accade in un tower defense, solo che qui oltre che a difendere bisogna anche avanzare, ma bisogna farlo bene. Mandare avanti una squadra di fucilieri a testa bassa equivale a condannarla al massacro: gli insetti sono più numerosi e più resistenti e cercano in ogni modo lo scontro fisico. Basta solo che due o tre riescano a infiltrarsi fra i soldati che arti e teste cominciano a volare.

Azioni come questa sono mooolto sconsiderate e spesso portano al massacro delle proprie unità. Provare per credere.


Prima di cercare di guadagnare terreno bisogna quindi approntare dei gruppi di fuoco in grado di dare copertura ai compagni, possibilmente da una posizione elevata che gli permetta di colpire liberamente i bersagli. In Starship Troopers: Terran Command c’è difatti una macchina fondamentale di cui tener conto: il funzionamento della linea di tiro.
Quasi tutte le unità possono fare fuoco solo quando non ci sono ostacoli a frapporsi fra loro e i nemici. E quando parlo di ostacoli non mi riferisco solo ad edifici o elementi del paesaggio, ma anche alle unità alleate. Capite cosa significa? Che è inutile ammassare truppe in un punto, visto che solo una parte dei soldati sarà in grado di fare fuoco: gli altri non spareranno per paura di colpire i compagni. Importantissimo è anche cercare di sfruttare strettoie e posizioni sopraelevate, in modo da utilizzarli come punti strategici per massacrare gli insetti che in quanto a numero di truppe avranno sempre una superiorità soverchiante.

Questo tipo di approccio al gameplay ben restituisce la sensazione di trovarsi alle prese con un nemico molto, ma molto più numeroso e capace di attacchi prolungati e sfiancanti, basati sulla pura forza d’urto. Proprio come nel film vi troverete a dover difendere postazioni organizzando linee di difesa e spostando le truppe quando la situazione si fa troppo pericolosa, ma sono tutte scelte che vanno compiute in fretta. Qualche secondo di ritardo nel muovere una squadra, può voler dire vederla venir fatta a pezzi senza appello e perdere un avamposto. Sebbene le truppe perdute possano essere facilmente rimpiazzate infatti, una volta che gli Aracnidi si trovano nei pressi di una base diventa praticamente impossibile richiamare altre truppe senza che queste vengano massacrate appena scese dai loro mezzi da sbarco. Le truppe insomma vanno tenute vive: non si tratta di uno di quegli strategici dove le unità possono essere mandate impunemente al massacro, anche perché le squadre possono accumulare esperienza e guadagnare delle abilità aggiuntive da usare sul campo e alcune sono veramente in grado di svoltare una battaglia.


Starship Troopers: Terran Command

Posizionare le truppe sfruttando le peculiarità della mappa è il perno centrale di tutto il gameplay di Starship Troopers: Terran Command


Ulteriore elemento di cui bisogna tener conto sono i tipi di nemici che si andranno ad affrontare: ce ne sono una decina, tra cui segnaliamo anche i famigerati Tanker Bug, insettoni corazzati dalle sembianze di scarabei in grado di sputare un getto di fiamme dalla testa, e gli Hopper, bestiacce simili a vespe in grado di tranciare un soldato in due passando a volo radente. Ognuna di queste unità può essere efficacemente contrastata da una unità specializzata della Fanteria Mobile che solitamente eccellono proprio nell’eliminare  un tipo specifico di insetto e necessitano quindi comunque della protezione dei normali fanti, o di una posizione estremamente sicura da cui attaccare. È il caso questo dei cecchini e delle squadre dotate di lanciarazzi: due unità efficacissime se tenute al sicuro, ma che diventano carne trita se anche un solo insetto riesce a raggiungerle.
Tutte le cose di cui ho parlato sopra avranno fatto capire qualcosa a chi di RTT se ne intende: in Starship Troopers: Terran Command il micromanagement  la fa da padrone e ciò significa che alle difficoltà più alte gli scontri più grossi si possono trasformare in un vero e proprio inferno di clic. Personalmente non trovo la cosa fastidiosa e anzi penso contribuisca a dare quel senso di caos che ci si aspetterebbe in delle battaglie contro dei nemici che “zergano”, ma se non siete degli amanti dello cliccare spasmodicamente saltando da un punto all’altro della mappa, allora rischiate di trovare tutto fin troppo confusionario.

Va come va a pezzi bene!

Tecnicamente non siamo di fronte a nulla di eccezionale, ma due cose bisogna dirle: uno, funziona tutto molto bene e due, il level design delle mappe è davvero ispirato. Ma d’altronde, su un gioco basato sul posizionamento delle truppe non poteva essere altrimenti, visto che sono proprio le mappe a dare la possibilità di effettuare dei buoni schieramenti. Senza alture, edifici, crepacci e quant’altro sistemati in maniera oculata in modo da permettere diversi approcci, tutto sarebbe risultato noioso e ripetitivo. E invece questo gioco divertente sempre. Non nego comunque che parte del divertimento per un amante dei massacri come il sottoscritto risiede nel vedere andare in pezzi in maniera soddisfacente i maledetti insetti e perché no, anche gli umani suvvia. Qui vengono in aiuto delle le animazioni piuttosto piuttosto buone, che ben riproducono smembramenti e amputazioni varie.

Esteticamente il gioco si difende bene, senza però brillare particolarmente sotto nessun aspetto.


Per il resto tutto è abbastanza pulito, ma senza guizzi particolari, nemmeno sotto il profilo artistico: il team si è limitato a riprodurre fedelmente l’estetica di armamenti, insetti e scenari, già proposti dalla pellicola cinematografica, il che non è per niente un male, ma che rende il tutto abbastanza prevedibile per chi conosce già il franchise. Buono l’hud poco invasivo, che visto lo stile di gioco permette di tenere sotto controllo tutto ciò che accade su schermo.
Buono il fronte audio e il doppiaggio (cafone al punto giusto!). Da segnalare l’utilizzo del suono originale dei fucili Morita, e la canzone in stile militare che fa da tema principale del gioco che non è per niente male.
Recensione
  • Valutazione Finale
    78Voto

    Starship Troopers: Terran Command è un RTT ad ambientazione fantascientifica che riesce a trasporre fedelmente le atmosfere "ignoranti" del materiale d'ispirazione, facendo al contempo leva su una formula di gioco che punta su un certo realismo delle manovre militari. Nonostante si combatta contro degli insettoni giganti l'importanza qui la fa il posizionamento delle truppe. lo sfruttare i punti strategici della mappa, e il sapere quando muoversi e come muoversi. Ciò rende la gestione delle truppe molto appagante per chi cerca qualcosa di diverso dal solito RTS. Va segnalato però che il gioco si riduce praticamente alla sola campagna e che non propone alcun tipo di modalità cooperativa o competitiva. Anche solo includere una modalità dove poter usare gli insetti e utilizzare il loro diverso approccio tattico basato sul corpo a corpo, sarebbe bastato a renderlo veramente un "signor" strategico. Così invece, quello che abbiamo è un titolo con una buona campagna (anche se dalla curva di difficoltà stramba), che diverte, ma che poi non ha null'altro da offrire. Sarebbe solo bastato ampliare un po' di più l'offerta, davvero. Magari si può sperare in un DLC? "Would you like to know more?"

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