C’era una volta, in un regno lontano, una mod di Skyrim talmente riuscita ed interessante da venir scaricata oltre 3 milioni di volte e da ricevere premi, riconoscimenti e consensi dal pubblico. Un bel giorno, quella mod pensò: “Perché non posso essere un gioco completo anche io? Cosa mi impedisce di essere venduta nei negozi dentro una bella scatola di plastica?” Percepite queste parole, un gruppo di tre magici programmatori fondarono una nuova compagnia, chiamata Modern Storyteller, e, dopo aver dato alla mod un’ambientazione diversa e una bella tirata a lustro con l’Unreal Engine, la trasformarono in un gioco vero! Ora questo gioco arriva sui nostri PC e Console (su Switch prevista a fine anno), in tutto il suo splendore. Sarà una storia a lieto fine? O una strega cattiva romperà l’incantesimo e farà tornare the Forgotten City un semplice dlc?
Raccontare la trama di un gioco basato quasi esclusivamente sulla narrazione è sempre un’operazione delicata. Cercherò di essere, così, il più discreto possibile e di incuriosirvi senza svelare troppo. Il nostro protagonista (del quale potremo scegliere nome, sesso e un abbozzo di background) si trova catapultato, suo malgrado, in una misteriosa città che pare provenire direttamente dall’antica Roma. Sarà forse questa la città dimenticata del titolo? Bravi, le vostre capacità deduttive torneranno comode per venire a capo di questo interessante titolo archeologico-investigativo. Ben presto scoprirete che tutta la piccola comunità del borgo deve sottostare ad un’unica ed inquietante regola. Prima regola della città dimenticata: non si parla della città dimenticata. No, aspettate, è un’altra. Prima regola della città dimenticata: le colpe e i peccati di un’unica persona comporteranno la punizione di tutti gli abitanti. Castigo che prenderà la forma di una terribile collera divina, con tanto di vendicative statue dorate che, prendendo magicamente vita, non vedono l’ora di fare del tiro a segno sui malcapitati personaggi del gioco. Ok, direi che posso fermarmi qui per non rovinarvi il gusto della scoperta. Logicamente, nel corso dell’avventura dovremo venire a capo delle domande più scontate: dove ci troviamo realmente? Perché esiste una regola così crudele? Come facciamo a fuggire il più lontano possibile da questo posto? Tutto molto bello ma tu, giocatore, esattamente cosa devi fare? Ci arrivo, state tranquilli.
Prima pensa, poi agisci
Il gioco pone l’accento principalmente sull’esplorazione e la risoluzione di enigmi, lasciando l’azione vera e propria ai margini (senza, però, come vedremo, tralasciarla del tutto). Pur non essendo precluso l’uso delle armi (soprattutto se si sceglierà un determinato background), bisogna ricordare come uccidere un personaggio significa violare la regola aurea e scatenare, così, la collera degli Dei. Capite bene che, procedendo in questo modo, non andrete molto lontano. Sin dalle prime battute sarà evidente come per andare avanti dovrà essere evitato per quanto possibile sia lo scontro fisico sia qualunque altra azione possa scatenare l’ira delle divinità. Fondamentalmente, nel corso della nostra avventura dovremo parlare con i vari personaggi, recuperare oggetti in giro per gli ambienti, risolvere qualche quest (anche opzionale) e cercare di venire a capo dei misteri della “città dimenticata®”. Gran parte del tempo sarà trascorso nelle varie conversazioni con gli abitanti del villaggio, finalizzate a comprendere meglio i rapporti tra i vari personaggi, i loro desideri ed i loro reali obiettivi. Non sempre potremo essere amici di tutti e qualche volta finiremo col compromettere la prosecuzione dell’investigazione a causa di qualche nostra uscita poco felice. Fortunatamente, il gioco prevede un sistema per poter tornare sui propri passi e rimettere le cose a posto, forti dell’esperienza maturata nel corso della storia.
Non mi dilungherò troppo sulla cosa, onde evitare spoiler, ma si tratta di uno stratagemma di gameplay ben amalgamato con la trama e sicuramente riuscito. L’impatto iniziale col gioco può non essere dei più morbidi, visto che saremo gettati senza troppi complimenti in un ambiente piuttosto vasto pieno di Png con cui interagire e senza uno straccio di mappa. Dopo poco tempo, comunque, inizieremo a prendere confidenza con i vari comprimari e con un ambiente di gioco meno vasto di quanto la prima impressione possa far credere. Una volta prese le misure con le meccaniche, la progressione sarà costante e a tratti esaltante, mettendoci di fronte più missioni secondarie da portare a termine, tutte però in qualche modo legate tra loro da un sottile filo conduttore. È in questi momenti che si fa fatica a lasciare il pad, trascinati dallo sviluppo della trama e dall’aver capito finalmente come tutti i pezzi del mosaico vadano ad incastrarsi. Sia la storia che la caratterizzazione dei personaggi sono certamente riuscite, regalando anche un paio di colpi di scena francamente poco prevedibili e spiazzanti. Sono presenti in tutto quattro diversi finali che, fortunatamente, non necessitano di dover ricominciare la partita da zero e possono essere raggiunti in rapida successione dopo essere arrivati alla fasi finali della vicenda (capito Yoko Taro?).
Anche l’uomo più saggio ogni tanto imbraccia il fucile
Se per un buon 90% del tempo saremo chiamati ad usare la materia grigia e le nostre capacità persuasive, in sporadici momenti non potremo fare a meno di confrontarci direttamente con qualche nemico. Si tratta, invero, delle fasi meno riuscite del gioco, che, oltre a non aggiungere praticamente nulla all’esperienza, non garantiscono nemmeno un sufficiente grado di sfida, finendo ben presto col risultare più fastidiose che stimolanti. Per fortuna, non saremo chiamati troppo spesso all’azione e potremo concentrarci maggiormente sull’esplorazione e la risoluzione di enigmi. The Forgotten City non è sicuramente un gioco difficile o cervellotico, i puzzle che saremo chiamati a risolvere sono tutti logici e ci sarà chiesta, al più, un po’ di osservazione ed una minima voglia di improvvisare. Una volta recuperato un dato oggetto l’opzione per utilizzarlo sarà disponibile nel momento opportuno senza doverlo selezionare dall’inventario.
Più che sulla scelta di quale oggetto utilizzare i puzzle, infatti, si concentrano maggiormente sulle opzioni di dialogo e sui rapporti tra i personaggi, sfruttandone i desideri e le debolezze. L’avventura può essere completata in 5-6 ore, richiedendo qualcosa di più a chi vorrà raggiungere tutti i finali, sbloccare ogni obiettivo o ascoltare ogni linea di dialogo. Si tratta di un punto da prendere in considerazione al momento dell’acquisto poiché il titolo, pur venduto a prezzo budget, non è particolarmente rigiocabile una volta visti i 4 finali, lasciandoci con la voglia di averne di più. È sicuramente vero che il tempo trascorso pad alla mano è di qualità e la rapidità con la quale sono giunto ai titoli di coda dovuta anche alla costante voglia di proseguire che il gioco sa instillare. Qualche contenuto aggiuntivo sarebbe stato, comunque, gradito ed avrebbe eliminato l’unico reale difetto del titolo.
Ammira queste splendide rovine romane
Dal punto di vista tecnico ci troviamo di fronte ad un prodotto gradevole, che, pur senza far gridare al miracolo, svolge dignitosamente il suo lavoro. Gli ambienti sono ben dettagliati ed i modelli dei personaggi non troppo complessi, ma tutto sommato riusciti e diversificati tra loro. Ricordiamoci sempre che in origine si trattava di una semplice mod di Skyrim, oggi promossa a titolo stand alone! La versione testata per Xbox Series X gira senza particolari problemi o rallentamenti, con giusto un briciolo di pop up e un paio di trascurabili bug a sporcare l’esperienza.
Nota di merito all’architettura della città che denota il buon lavoro di studio e ricerca alla base al titolo. Completamente assente, purtroppo, la lingua italiana, sia nei sottotitoli che nel parlato. Vista la quantità di testo da dover leggere, il titolo risulta così poco adatto a chi non mastichi almeno sufficientemente l’inglese (o una delle altre lingue disponibili). Il doppiaggio è sicuramente discreto, con un buon livello attoriale ed un parlato che copre praticamente il 99% dei testi. Buono anche l’accompagnamento sonoro, che completa, così, un reparto tecnico fondamentalmente promosso.dersi qualcosa. Un marine sterminatore di demoni DEVE essere cafone.
- Sistema Operativo:
Windows 7 SP1 64-bit
- Processore:
3GHz (4 Core) CPU
- RAM:
8 GB
- Scheda video:
NVIDIA GTX 750 Ti 2GB | AMD Radeon R7 265
- Spazio su disco:
26 GB
- Sistema Operativo:
Windows 10 64-bit
- Processore:
3.2 GHz (4 Core) CPU
- RAM:
8 GB
- Scheda video:
NVIDIA GTX 1060 | AMD Radeon RX 580
- Spazio su disco:
26 GB
- OS:
MacOS X 10.8.5
- Processor:
Intel Core i5 2.4 GHz
- Memory:
8 GB RAM
- Graphics:
NVIDIA GeForce GT 640M
- Network:
Broadband Internet connection
- Storage:
7 GB available space
- OS:
MacOS X 10.8.5 or Newer
- Processor:
Intel Core i7 2.4 GHz+
- Memory:
8 GB RAM
- Graphics:
OpenGL 4.1 - ATI Radeon HD 5670, NVIDIA GeForce GT 640M
- Network:
Broadband Internet connection
- Storage:
7 GB available space
- Additional Notes:
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- Valutazione finale78Voto
The Forgotten City è un'esperienza breve ma intensa, che prova a proporsi come titolo stand alone tradendo parzialmente le sue origini da mod. Nonostante si possano raggiungere i titoli di coda in poche ore e la rigiocabilità sia tutto sommato limitata, mi sento, comunque, di consigliare il gioco. L'ottima scrittura della trama, i personaggi riusciti, gli enigmi semplici ma stimolanti e i finali ben congegnati meritano ampiamente il vostro tempo e la vostra attenzione. Il viaggio nella città dimenticata, contrariamente al titolo, è destinato a rimanere nei vostri ricordi.