
I giochi in early access sono come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita.
Prendete, per esempio, l’ultimo prodotto di Varsav Game Studios appena approdato su Steam. Dopo un lancio tecnicamente imbarazzante, il team di sviluppo ha lavorato alacremente per mettere a punto una patch e il gioco che vado oggi a raccontarvi è sicuramente qualcosa di molto diverso da quanto disponibile appena una settimana fa. Queste considerazioni ci costringono a fare, così, molta attenzione quando ci si appresta a recensire qualcosa che fondamentalmente è ancora un work in progress. Acquistare un titolo in accesso anticipato è quasi come partecipare a una campagna di crowdfunding, si ripongono le proprie speranze e la fiducia in un team consapevoli che ci toccherà spesso il ruolo di beta tester, collaborando attivamente allo sviluppo finale del prodotto con le nostre osservazioni e feedback.
Fatta questa lunghissima premessa, vediamo quanto è divertente interpretare la parte di un gigante e sgranocchiare un po’ di carne umana distruggendo anche qualche accampamento nemico qua e là.

Rampage in salsa medievale.
Giants Uprising parte da una premessa interessante, calandoci in un mondo dove i giganti sono stati schiavizzati dagli uomini e mettendoci nei panni di una di queste enormi creature appena fuggita dalla propria prigionia e con un bel po’ di rabbia arretrata da sfogare contro i suoi aguzzini. Sarà questo il pretesto che muoverà le nostre azioni in una campagna focalizzata soprattutto sulla bieca distruzione di tutto quanto ci circonda. Il nostro gigante potrà esibirsi in una discreta serie di attacchi diversi, da quello lento a quello lentissimo, con i nostri colpi che restituiscono una buona sensazione di pesantezza, come giusto che sia. Oltre a menare le mani indistintamente su tutto quanto si muova (o meno) su schermo, potremo anche raccogliere una serie di oggetti da utilizzare come armi da lancio improvvisate e, vista la nostra stazza, sto parlando, in particolare, di alberi e pezzi di edifici. Sin dalle prime missioni, l’impressione è quella di trovarsi di fronte a una riproposizione 3d delle meccaniche del vecchio Rampage, con il nostro gigante da solo a fronteggiare interi eserciti nemici, macchine belliche assortite e trappole letali (qualcuno ha detto mega tagliole?). Si tratta di un gameplay assolutamente collaudato, che magari non ambirà a titolo più originale dell’anno, ma che riesce a divertire sufficientemente, almeno nel breve periodo. Dopo qualche missione, infatti, rischia di subentrare una certa stanchezza e le meccaniche di gioco mostrano una ripetitività di fondo che qualche accorgimento degli sviluppatori non riesce comunque ad eliminare completamente. Ci troviamo di fronte, così, ad una campagna da prendere a piccole dosi, magari un singolo capitolo alla volta, che si lascia giocare senza regalare eccessive sorprese di gameplay. Sbaragliare interi eserciti demolendo villaggi e distruggendo ponti regala sempre delle buone soddisfazioni, pur dovendo, fondamentalmente, ripetere sempre le stesse azioni. La mappatura dei tasti risulta tutto sommato riuscita mentre la natura spiccatamente action del gioco sconsiglia di fare affidamento ai soli mouse e tastiera, pena dover ripetere i medesimi livelli un’infinità di volte. Non ho particolarmente gradito l’introduzione di una barra della stamina che si consuma dopo ogni colpo e che rischia di lasciarci in balia degli avversari per qualche secondo quando l’avremo completamente esaurita. In alcuni frangenti questo mi ha costretto ad evitare determinati scontri, preferendo una più sicura fuga. La barra dell’energia potrà essere invece ricaricata mangiando pezzi di carne che troveremo in giro o anche solo demolendo edifici e uccidendo nemici. In questo modo, durante gli scontri, la tattica viene posta assolutamente in secondo piano privilegiando gli attacchi a testa bassa demolendo il più possibile o la fuga. Man mano che procederemo nell’avventura potremo anche spendere dei punti potenziamento per rendere il nostro gigante la perfetta macchina da guerra. Fatto salvo questo minimo diversivo intellettuale, il resto del tempo lo trascorreremo a menare le mani. La storia è raccontata attraverso una serie di scene cinematiche tra un livello e l’altro di buona fattura e discretamente godibili. Non siamo di fronte ad un esempio di altissima narrativa, ma fanno il loro sporco lavoro.

Ti prometto che cambierò.
Tecnicamente, Giants Uprising presta il fianco a più di una critica, con una ottimizzazione ancora ben lontana dal raggiungere risultati soddisfacenti. Nel corso della mia prova (tralasciando ogni riferimento alla prima settimana di lancio) mi sono imbattuto in diversi problemi nel comparto grafico che hanno reso alcune fasi particolarmente difficoltose da superare. Sulle macchine meno performanti non è raro imbattersi in rallentamenti, cali drastici del frame rate ed un sensibile input lag nei comandi, che possono trasformare i momenti maggiormente concitati in un vero e proprio incubo. Il consiglio è quello di provare il gioco solo se si dispone di una configurazione almeno media, per poter godere di un’esperienza più fluida e meno problematica. Come anticipato in premessa, il team di sviluppo sta cercando di ottimizzare il titolo anche sulle macchine meno potenti e i primi risultati sono incoraggianti, anche se ancora lontani da una resa ottimale. C’è da dire che Giants Uprising ambisce a muovere su schermo una quantità notevole di elementi, con una gran mole di strutture distruttibili, armate nemiche, frecce e palle di cannone che sfrecciano in cielo senza soluzione di continuità. Il prezzo da pagare è, evidentemente, una bella spremitura dei nostri hardware che in qualche frangente soffrono però più del dovuto. Se tali problematiche possono risultare comprensibili nel bel mezzo dell’azione, infatti, molto meno tollerabili sono i rallentamenti nelle schermate delle opzioni, piuttosto che nella mappa dei potenziamenti o nelle scene di intermezzo (non col motore di gioco). L’accompagnamento musicale risulta discreto, con brani pompati il giusto, alternati ad effetti sonori bucolici ed al piacevole scricchiolare delle case sotto i nostri piedi (oltre alle immancabili urla dei nemici, ovviamente). Il gioco è localizzato in lingua inglese con un doppiaggio discreto ma, vista la natura prettamente action del titolo, la conoscenza della lingua di Albion non è comunque requisito necessario per godere appieno dell’esperienza.

Considerazioni finali
Giants Uprising ha sicuramente un setting interessante che parte da premesse narrative intriganti e tutto sommato fresche. Allo stato attuale, diverse magagne tecniche inficiano parzialmente l’esperienza che non permette alle fasi action di potersi esprimere pienamente nel loro potenziale. La natura da accesso anticipato potrà consentire al team di sviluppo di realizzare un prodotto tecnicamente migliore col passare del tempo. Fatte salve queste considerazioni, ci troviamo di fronte ad un titolo che potrà regalare qualche soddisfazione soprattutto agli amanti dei giochi d’azione e della distruzione più sfrenata. Gli altri potrebbero trovare la struttura di gioco troppo esile e limitata e la formula eccessivamente ripetitiva. Se cercate, quindi, un passatempo per scaricare un po’ di rabbia repressa, Giants Uprising potrebbe fare per voi.
Vedremo nei prossimi mesi come evolverà questo interessante, ma ancora imperfetto, prodotto.