Robophobik – Recensione: Rivolta robotica made in Italy
Dopo qualche tempo torniamo a recensire un gioco dell’italianissima Haruneko Entertainment: parliamo di Robophobik, interessante action puzzle dai risvolti fantascientifici e dai capoccioni in stile pupazzi dei calciatori anni ’90. Curiosi? Fate bene. RVM, e poi ci diamo dentro:
Fobia robotica

In Robophobik vestiremo i panni della giovine eroina Julie. La nostra alter ego milita nelle fila di una misteriosa agenzia, per conto di cui dovrà infiltrarsi in un laboratorio sotterraneo multipiano (più intricato dei parcheggi a pagamento di perferia) conquistato da malevoli robot ribelli dal design anni ’60. Questo apparentemente prevedibile incipit apre le danze di un’avventura ricca di ironia e sobrio delirio, all’insegna dell’isometria vintage fatta bene.
Svita e avvita
Il gameplay di Robophobik è quello di un puzzle game con elementi action. Sulla carta sembrerebbe tutto molto semplice: bisogna uscire dal livello senza farsi assassinare (o incastrare…) dai cassonetti killer che la fanno da padroni – bonus points se prima di abbandonare ogni livello ci impegneremo, più o meno solennemennte, a salvare la cotenna dei vari scienzati prigionieri. La dinamica di base del gioco – dalle reminiscenze da dungeon crawler vecchio stile – vede il movimento dei nemici basato su quello del giocatore: con pattern precisi per ogni tipologia di metallico avversario, già dopo i primi livelli diventerà molto interessante riuscire a destreggiarsi tra le varie torme di cassonetti killer.

Riflessioni discendenti
Robophobik si rivela in toto una buona esperienza ludica. Nonostante il look degli ambienti ricordi le costruzioni simil-Lego di sottomarca, il design dei livelli è in media ben strutturato. Tra la cubettosità di nemici e struttura si nascondono scenari che non vanno assolutamente affrontati a casaccio, pena una fine prematura a suon di guantoni da boxe da parte dei più caciaroni dei metallici avversari. Quello che rende il titolo più intrigante è la gestione della curva della difficoltà, che rende presto il gioco piacevolmente impegnativo.

Manca una rotella?
Il comparto tecnico di Robophobik lascia qualche piccola perplessità. La grafica è inizialmente gradevole, ma tende a scivolare nello stucchevole abbastanza presto, complice una varietà cromatica non sempra piacevole per la salute delle cornee. Anche l’audio subisce un pelo la stessa sorte: dopo un esordio alquanto intrigante, (s)cade un po’ in uno squinternamento para-techno da far preferire ben altre fonìe – sì, anche se corredate di balletti alla Vento Aureo. Di contro, il gameplay scorre abbastanza fluido, con pochissimi rallentamente e inceppi di sorta – apparentemente quasi del tutto risolti con l’ultima patch.
Robophobik è un divertente action-puzzle. Ben strutturato, sagace e impegnativo al punto giusto si conferma un buon prodotto nel suo genere, complice una longevità più che soddisfacente.