Speciale – Alla scoperta del Museo dell’intrattenimento elettronico, mausoleo italiano del Retrogamer

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Miriadi di volte avremo sentito la frase “in Italia cosa X non esiste”, ma altrettante non conosciamo la ricchezza di quello che sta a casa nostra. Dunque radar puntati sulla città abruzzese di Avezzano, dove trova spazio il Museo dell’intrattenimento elettronico a cura di Associazione Elettroludica.

Un museo in senso stretto? Un’esposizione? Uno spazio per la condivisione del sapere (e piacere) retrogameico? Forse tra tutte le alternative l’ultima è la più calzante: è stata peraltro proprio la passione di tre amici per la storia dei videogames a portare la nascita di questo imperdibile luogo per ogni amante della frenesia in pixel.

Entrare in questo capannone all’apparenza innocuo porta infatti ad una immediata sindrome di Stendhal, restando almeno per una mezz’ora fermi in adorazione del suo contenuto, una collezione prima in Europa che conta 500 (esatto) pezzi tra consolle, cabinati e flipper. Ora vorrei evitare l’articolo classico di enunciazione dei contenuti, ma raccontarvi più come sia stata l’esperienza di muoversi tra vetrine ricche di ROBA e manopolone in attesa di infinite partite (almeno fino a quando non arriva l’orario di chiusura e devono eiettarvi fuori a forza con grandi strumenti a molla di tecnologia giapponese). Quindi partiamo con il tour!

La Via della Storia: guida visiva alla nascita e crescita del videogioco

Così, de botto: basta avvicinarsi all’ingresso per capire che lo strano radar che ci accoglie non è nientemeno che una copia di Tennis for Two, il primo videogame mai realizzato, studiato sui libri in tempo di tesi e che mai mi sarei sognato di vedere ad un palmo di naso. Ma il percorso continua, con vetrine correlate da piccole note storiche: dai Pong si passa alle luci semoventi del Magnavox Odyssey, dai Game and Watch si procede di consolle in consolle alle guerre Sega-Nintendo, senza mai dimenticarsi emuli e progetti che hanno avuto assai meno fortuna sul mercato, spesso a ragione. Al tal proposito, non ho potuto mancare un inchino ad una delle consolle più perculate su Criticast, quel mangia pupille del Virtual Boy, che continua a fare impressione anche se dietro ad un vetro.

Non poteva mancare anche un bel Barcode Battler! FOMENT

Tra le curiosità più estrose i tavolini per giocare a Donkey Kong o Frogger da seduti con lo schermo conficcato nel tavolo (tutto nella bella radica finta dei primi cabinati), ed il primo cabinato SEGA, talmente vetusto da non avere… lo schermo! Gli elementi del gioco erano tutti fisici, montati su uno sfondo plasticone rotante tipo tapis roulant, che vedevamo un tutt’uno con l’interfaccia grazie ad un gioco di specchi e riflessi: incredibile. Conoscerete poi i giochi su cassette tipo quelle musicali per il Commodorone Internazionale, ma non so quanti di voi abbiano mai visto cartucce di videogiochi su VHS. Videocassette con registrati appositi video per giochi di osservazione o sparo alla Duck Hunt di chi voleva spararla così grossa da crollare miseramente nel vuoto, ed al tal proposito secondo inchino per quel meraviglioso fallimento a forma di cesso dell’Atari Jaguar. Piccoli spazi sono dedicati poi alle grandi glorie del videogioco, uno su tutti il buon PacMan, nelle sue almeno 5 declinazioni differenti. Due sale ci permettono infine di provare alcune di queste consolle da diversi televisori, e lì sì che è facile capire come ci si è evoluti anche in termine di tecnologie, cavi e joystick.

La Via del Gettone: Cabinati di successo e follie nipponiche

Lo dico sin da ora: ogni cabinato ha il tasto automatico per monete infinite. Così potete godervi al pieno i migliori titoli da Sala Arcade, che siano sportivi, picchiaduro o sparatutto orizzontali e verticali. Da un Metal Slug 3 si zompa ai più classici titoli di guida, compreso un cabinatone Ferrari a triplo schermo che non so se essere uguale a quello dove ci accoltellarono qualcuno in un vecchio racconto del nostro Giuliano redazionale. Da un Frogger si va ad un giro beatemupposo con I Simpson o Le Tartarughe Ninja, dai su e giù di Elevator alle mazzate di Tekken… al mirino telescopico come controller dell’abbondante Silent Scope!

Non mancano poi, fortunatamente direi, alcune macchine dirette dai deliri del Sol Levante, come il Wack a Mole corredato di minigames e boss da pigliare a mazzate, o il titolo a leva unica da spostare a sinistra e destra, per far schivare robe al nostro avatar tirando vere sportellate alla persona che abbiamo di fianco. Impagabile, a questo punto attendo con passione che un giorno in un angolino arrivi pure una copia di Boonga Boonga ed il suo inopportuno ditone. Che siate giocatori solitari, o a gruppi di due, tre o quattro, c’è davvero pane per ogni tipo di dentatura videoludica.

La Via della Palla: una overdose di Pinball

Altroché Regola 34! Qui bisogna coniare la regola 134 Bis: “Se esiste, ne esiste una versione in Pinball“, questo è il primo insegnamento sicuro che riceverete una volta usciti da ElettroLudica. La collezione di Flipper è davvero incredibile, sia come storicità che come ambientazioni. E’ possibile trovare i primi titoli puramente meccanici, per poi passare alle vie di mezzo tra videogioco e pinball, e scivolare nelle ultime declinazioni del genere, dove schermi integrati non sono una via solo per segnare i punti, ma anche per minigames e sketches animati. Mario? Street Fighter? Popeye? Tutti cabinati. La filmografia anni 80 e 90? Tutta cabinati, dai percorsi per le Jeep tra i dinosauri di Jurassic Park alle dita puntute di un Crugheri in Nightmare. E ancora l’Hook con un Williams in versione Peter Pan cresciuto, viaggi misteriosi nella giungla, spettacoli di magia: tutto diventa una base per una sfera di metallo che picchia obiettivi rimbalzanti, in un viaggio ai confini della realtà. AH c’è anche il pinball di Ai Confini della Realtà.

Il premio originalità e follia in questo caso va però, a sorpresona, al flipper di CSI- Crime Scene Investigation: l’idea di suddividere il macchinario nei vari laboratori della Scientifica di Las Vegas è sicuramente molto bella, ma più dubbia la creazione della “Balistica”, dove la sfera viene sparata letteralmente sul vetro che copre il percorso, incrinandolo propriamente di sparo in sparo. In sostanza il primo pinball che si autodistrugge con il tempo, e ciò è devastantemente bello

Fine del Viaggio: addio e grazie per tutto il nerdare

Ok direi che si è detto abbastanza di questo luogo, che ora non vi resta che segnare come tappa obbligatoria dei grandi mausolei da visitare almeno una volta nella vita: ringrazio dunque il personale per le curiosità in corso di visita, e vi posso dire che di sicuro la strada è stata appena cominciata, tanto più che oltre all’aspetto espositorio c’è anche una fervente officina/laboratorio nel retropalco dove si restaurano e mettono a nuovo cabinati di ogni sorta, così come gli stessi vengono alternati all’interno nel corso del tempo. Ogni visita sarà quindi un po’ diversa, con nuove partite da raccontare. Il potenziale è davvero tanto per un progetto nato sulla passione di poche persone, quindi speriamo in future evoluzioni, con magari visite guidate, una bella vita attiva per il centro conferenze (che in parte ha già, lì si attende un post vairuss) e … basta. Andate e fateci carne da porco con le vostre povere, vituperate cornee.

IL SITO: https://elettroludica.it/#/

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