The Outer Worlds: Spacer’s Choice Recensione – La scelta dell’industria

Era il 2019 quando provammo per la prima volta quel gran bel gioco che era The Outer Worlds. Quanto al gioco in sé, non c’è molto da dire, vi rimandiamo alla nostra recensione.

Il motivo per cui siamo qui riuniti, invece, è quello di discutere la remastered, ossia The Outer Worlds: Spacer’s Choice! Chi conosce il gioco originale sicuramente ricorda la musichetta e il senso della catchphrase “It’s not the best choice, it’s Spacer’s Choice!”. Si tratta di una rappresentazione ironica del capitalismo sfrenato, in cui l’importante non è ottenere un prodotto di qualità, ma comprare.

Ecco… come dire… questa cosa, alla remastered, gli si è un po’ ritorta contro, visto che i giocatori gliel’hanno rinfacciata. Ma procediamo con ordine.



Spacer’s Choice contiene il gioco completo TOW con inclusi al suo interno i due DLC: Pericolo su Gorgone e Assassinio su Eridano. Rispetto al gioco originale vanta di una risoluzione più alta e di una grafica migliorata. I colori sono sparati a una saturazione maggiore, e visto il clima caricaturale del gioco sembra essere una scelta azzeccata. Nel concreto stiamo parlando di più dettagli, sia nell’ambiente che nelle facce dei personaggi, nonché qualche animazione aggiuntiva. L’effetto è sicuramente efficace, sebbene non porti il gioco a confondersi con gli standard odierni. Quanto al gameplay è rimasto pressoché lo stesso, l’unica variazione è l’aver rimosso il level cap che ora può raggiungere tranquillamente il 99, mentre nel gioco originale era fissato a 36 con i DLC.

Scelta che sbilancia pesantemente la difficoltà, visto che basta veramente poco per sovralivellare. Per mantenere un grado di sfida impegnativo occorre aumentare la difficoltà dalle opzioni. Obsidian Entertainment non è la responsabile diretta della remastered. L’editore (Private Division) ha affidato il compito allo studio Virtuos Games, questi ultimi sono professionisti che hanno collaborato alla realizzazione di giochi del calibro di Shadow of the Tomb Raider e l’ultima riedizione di Demon’s Souls, solo per citarne un paio, il portfolio è ben più ampio.


The Outer Worlds: Spacer’s Choice

Eppure, qualcosa non è andato per il verso giusto. La remastered ha seri problemi di rallentamenti, per non dire veri e propri scatti, anche con hardware ben al di sopra dei requisiti consigliati. Al punto da renderlo ingiocabile? Beh sì, quantomeno con tutte le opzioni al massimo. Ridurre i dettagli restituisce un gioco fluido, ma non ha molto senso comprare a prezzo pieno l’edizione rimasterizzata per poi giocare a un livello grafico inferiore. Il gioco originale si può trovare veramente a poco ed è un attimo preferire il risparmio a un leggero miglioramento.

Lasciamo che siano le persone con i forconi e le torce a sentenziare di motivi e colpe (che d’altra parte hanno già iniziato), in questa sede preferiamo ammettere che è impossibile avere un’idea chiara di cosa sia successo, senza un’inchiesta accurata. Limitiamoci ai fatti.

Oltre ai rallentamenti ci sono sporadici effetti di tearing dello schermo, mentre invece non abbiamo riscontrato nessun bug che comprometta il gameplay, tantomeno crash del sistema. La patch 1.1 di 6 Gb, ha fatto il primo timido passo nella direzione giusta, se non altro per dimostrare che stanno lavorando sul problema, ma siamo ancora ben lontani da un livello accettabile. Come spesso avviene quando si verificano fenomeni copro-ambulatori (cioè quando qualcuno pesta un merdone), capita che ogni scusa sia buona per unirsi al coro greco di lamentele. Alcune di queste hanno senso, altre meno. Analizziamone un paio. La remastered non è gratis, nemmeno per chi possiede tutti i DLC, per questi ultimi c’è semplicemente uno sconto che consente di pagarla 9,99 euro. Non mi risulta che questa sia una novità vista per la prima volta con Spacer’s Choice. Qualsiasi tipo di remastered è sempre stata venduta a parte; il che ha un suo senso, visto che ci hanno lavorato delle persone, non è piovuta dal cielo.


The Outer Worlds Spacer’s Choice (11)

SIA BEN CHIARO, che qui non stiamo parlando di Enhanced Edition, GOTY e compagnia bella. In quel caso si tratta di un gioco che, rilasciato sul mercato, ha compiuto tutto il suo arco di vita, accumulando patch e miglioramenti post-lancio dei suoi stessi creatori. Il tutto viene preso, reimpacchettato e —in quel caso sì— offerto gratis al consumatore che ha già pagato per il prodotto. È ben diverso quando un gioco viene affidato a terze parti e rilavorato per produrre un’edizione rinnovata. Il problema non sta tanto nella scelta di mercato, quanto nel comprare qualcosa, al momento, inutilizzabile.

Altra ondata di forconi si è alzata sull’impossibilità di importare i salvataggi e qui l’argomento è più controverso. Analizzando la statistica, è assolutamente comune che non possano essere importati i salvataggi. Ma è una scusante? Stiamo parlando di un gioco di ruolo: l’evoluzione del personaggio, della storia, degli equipaggiamenti sono elementi fondamentali. Alla luce del fatto che le meccaniche di gioco sono rimaste le stesse, ha senso non aver fatto in modo che questi valori non potessero essere convertiti e importati nella nuova edizione? Era uno sforzo produttivo così ampio da non rientrare nei costi, o non sufficientemente impattante da inserirlo nella tabella di marcia? Le remastered sono spesso indirizzate a nuovi clienti, che si sono persi la generazione precedente o che si erano lasciati sfuggire l’occasione di acquistare il prodotto.


The Outer Worlds Spacer’s Choice (11)

Visto che non stiamo parlando di un gioco sandbox con quest procedurali —come ad esempio Fallout 4— e che il gioco termina con l’end game, senza lasciare libertà di continuare l’esplorazione, forse la scelta di Private Division non è poi così campata in aria.

In sostanza: Spacer’s Choice va ad annoverarsi allo stuolo di titoli con gravi problemi al lancio, che potrebbero essere risolti con patch future; praticamente un’abitudine dei nostri tempi, ma non abbastanza per lubrificare gli acquirenti del day one, che sentono un grosso e grasso dito medio risalire per angusti passaggi. Se siete interessati alla remastered aspettate e seguite l’evolversi della vicenda, altrimenti optate per il gioco originale.

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