
E’ il caso di dirlo: CD Projekt Red si gioca la carta di Thronebreaker per dare maggiore spessore al Gwent in un spin-off davvero riuscito della saga The Witcher!
UNA REGINA RECLAMA LE SUE TERRE
L’immaginario fantastico e cupo di Andrzej Sapkowski in questa occasione vede le vicende della regina Meve intenta in una vendette contro i giochi di potere che l’hanno portata a fuggire dalle sue stesse prigioni di Lyvia, ovviamente il tutto mentre la minaccia bellica dei Nilfgaard prende via, via piede. Questo almeno è il prologo di una storia che non saremo di certo noi a spoilerare e che si suddivide in ben cinque capitoli. Va subito detto che la narrazione in generale è tutt’altro che superficiale e, anzi, vanta dialoghi davvero ben scritti e un pathos generale da farci dimenticare di avere tra le mani “solo” un gioco di carte. Per non tenere troppo gli animi irrequieti però ci sbilanciamo e diciamo che chi ha sete di volti noti… bè, nella storia potrà trovarli…
TI VA UNA PARTITA A CARTE?
Come dicevamo il gioco si differenzia totalmente dalla saga principale di The Witcher ed è sostanzialmente un Gwent in single player. Tuttavia questo non va assolutamente sminuito, perché il team polacco è riuscito ad impacchettare un gioco davvero ottimo, dove non ci limiteremo solo a partite mordi e fuggi ma avremo la possibilità di muovere la regina per lunghe mappe in stile GDR anni 90 alla ricerca di nuove reclute, legname e unità.
Queste risorse saranno infatti indispensabili per creare ed ampliare il nostro mazzo di carte, così come sarà assolutamente consigliato perdersi nella mappa di gioco alla ricerca di missioni extra per recuperare materiale extra o addirittura per mettere le mani su carte rare, sia per la modalità off-line che per quella on-line. Altra cosa che rende speciale Thronebreaker: The Witcher Tales è il sistema di scelte implementato dagli sviluppatori, capace di incidere pesantemente sulla storia principale così tanto da cambiare completamente certi dialoghi di gioco, garantendo anche una certa rigiocabilità che non fa mai male. Vi stupirete di come la scrittura della narrazione vi farà sentire il peso delle vostre scelte.
UN DUE DI PICCHE?
Esaminando più da vicino le meccaniche del Gwent possiamo affermare che il gioco risulta divertente come la controparte online. Il solito meccanismo di carte difensive, d’attacco, magiche e speciali donano al gioco una certa componente strategica che va al di là della sfida a punteggio. E fin qui nulla di nuovo, per mesi abbiamo potuto appurare la bontà di questo gioco di carte dalle regole semplici ma dai risvolti inaspettati in sede competitiva online. A modem spento il Gwent risulta ancora essere interessante e l’aggiunta di sporadiche “regole alternative” per vincere certe missioni aggiunge un certo pepe e varietà all’offerta, tuttavia la difficoltà del gioco e la macchinosità della CPU in determinate mosse smorzano leggermente la componente strategica del gioco.
Se da una parte tutto il sistema di gestione, creazione ed evoluzione del mazzo tramite ricerca di materiali è estremamente appagante, dall’altra parte questo ha portato i programmatori a optare per una CPU tendenzialmente stupita e in grado di essere sconfitta facilmente puntando tutto sull’attacco, in modo da non creare troppi scossoni nelle scelte del giocatore meno smaliziato. Cosa che magari potrebbe anche essere apprezzabile per i neofiti ma decisamente molto meno per chi aveva già passato differenti ore tra i mazzi Gwent.
FUMETTOSO
Il design del gioco è riuscito e segue a pari passo la bontà della storia. Lo stile fumettoso ben si addice ad una storia raccontata tramite le meccaniche del Gwent e scene statiche doppiate addirittura in italiano, doppiaggio tra l’altro di ottimo livello e accompagnato da temi folkloristici e tribali con un notevole charme e capaci di far riecheggiare i venti di guerra di cui è impregnato il racconto.
Anche la grafica in gioco appare molto carina, con una visuale dall’alto per le fasi esplorative e una visuale quasi da novel nel campo di addestramento dove potremo sistemare il nostro mazzo, accrescere il potere delle truppe o semplicemente dialogare davanti ad una birra con i personaggi secondari. Insomma, seppur non vantando un budget da tripla A il risultato finale appare sicuramente convincente e curato a puntino, mai slegato dal contesto narrativo e di game design.
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- 24/11/2018
- Valutazione Finale84Voto
Thronebreaker: The Witcher Tales è in sostanza un ottimo spin-off della serie che permette di godersi una buona storia narrata magistralmente tramite meccaniche a metà strada tra gioco di ruolo, strategia e - ovviamente - il Gwent. L'unica pecca risiede in una curva di difficoltà tarata verso il basso ma che comunque rende godibile l'esperienza anche a chi non è un esperto del gioco di carte targato CD Projekt Red.